Il podcast del Caffettino della settimana scorsa che la mia community ha amato di più è stato quello di giovedì 5 gennaio, in cui ho parlato della fine inevitabile della tecnologia.
In particolare, ci sono cinque tra piattaforme e prodotti tecnologici che ci hanno definitivamente detto addio nell’arco del 2022 e che allo stesso tempo ci possono insegnare molto sul futuro. Il primo prodotto “morto” l’anno scorso è il mitico iPod: era il lontanissimo 22 ottobre del 2001 quando Steve Jobs lo presentò al pubblico e a maggio del 2022 ne è stata interrotta la produzione. Anche Internet Explorer ha avuto lo stesso destino dell’iPod: introdotto nel 1995, quando non tutti avevano un computer, ha rappresentato una grande novità per gli utenti di Internet. A seguire, l’anno passato ha decretato la fine anche del BlackBerry, dell’iPhone mini e di Google Stadia.
La fine di queste icone tecnologiche offre l’opportunità ai professionisti e agli imprenditori di studiare non soltanto i progetti fa...
La scorsa settimana, il podcast del Caffettino che è piaciuto di più alla mia community stato quello di venerdì 16 settembre, in cui ho parlato della paura di perdere tutto per colpa della tecnologia.
Si tratta di un argomento che ci tocca tutti da vicino, perché ciascuno di noi ha tutto salvato e backuppato, ma è terrorizzato fino al midollo: come sappiamo bene, non c’è mai stata prima di oggi un’era tanto ricca d’informazioni, di cultura e di possibilità di approfondimento. Infatti abbiamo a disposizione librerie sconfinate da interrogare e innumerevoli informazioni da approfondire e da validare. Ma allo stesso tempo, in questo mondo che sembra essere sempre più difficile, abbiamo paura. Ecco perché spesso cerchiamo di anestetizzarci e di riempire il tempo che abbiamo a disposizione con qualcosa che annacqua il senso della nostra vita.
Perciò salvando cose non occupiamo solo spazio, ma anche tempo. Contemporaneamente, abbiamo paura di perdere tutto e siamo insicuri. Non abbiamo ...
Tra i cinque podcast del Caffettino che ho pubblicato la scorsa settimana, la mia community ha amato maggiormente quello di venerdì 9 settembre, in cui ho parlato di un’interessante proposta di un giornalista americano, Geoffrey A. Fowler.
Fowler scrive per il Washington Post e in un editoriale ha chiesto alle aziende tech di inserire la data di scadenza dei prodotti tecnologici. Il principio alla base della sua richiesta è il seguente: indicare il periodo di vita stimato di questi oggetti aiuterebbe i consumatori a fare acquisiti più consapevoli, specialmente per quanto riguarda i prodotti dotati di batterie che non possono essere sostituite. Quella di Fowler è una proposta provocatoria, in quanto per le aziende produttrici indicare la data di scadenza naturalmente significa comunicare ai propri clienti che in un determinato momento sarà necessario sostituire il proprio dispositivo con uno nuovo.
Sappiamo bene quanto l’obsolescenza programmata sia uno dei problemi insisto in qual...
Con il podcast del Caffettino vi racconto ogni giorno le ultime notizie in tema di business, marketing e innovazione. E lo faccio come se fossimo davanti a una macchinetta del caffè virtuale, con una chiacchierata veloce e informale. Questa settimana, il Caffettino che la mia community ha amato di più è stato quello di martedì 16 novembre, in cui ho parlato di una grande novità del settore automotive. Infatti Daimler, casa automobilistica tedesca tra le più grandi del mondo, ha siglato un accordo con Visa per trasformare le automobili in veri e propri strumenti di pagamento, senza l’ausilio di altri device. Presto smetteremo di pagare con il cellulare e lo faremo con l’auto?
Sì, perché spesso sento dire dai visionari che lo smartphone sta cedendo il passo ad altre tipologie di strumenti. Tra questi ad esempio ci sono gli smart glasses, gli occhiali con la realtà aumentata come i Ray-Ban Stories, nati dalla collaborazione tra Facebook ed EssilorLuxottica. Ma neanche i visionari avev...
Durante il mio Live Show di giovedì 25 marzo ho avuto come ospite Federica Mutti, esperta in marketing, brand strategist e Youtube content creator. Federica ha solo 25 anni, ma i suoi contenuti dedicati all’imprenditoria digitale, al lavoro e alla crescita personale e finanziaria riscuotono molto successo. Ho iniziato chiedendole se le interviste in diretta, visto il boom che hanno avuto nel 2020, adesso hanno stancato. Lei racconta di aver cominciato a fare delle dirette nel 2021, perché apprezza molto il fatto di offrire visibilità a chi la merita e di portare argomenti nuovi sui propri canali. In particolare, sul suo canale YouTube Federica pubblica una diretta al mese con un ospite. Allo stesso tempo, però, ammette di aver sofferto un po’ l’eccesso di live nel 2020, tant’è che adesso le sta centellinando: durante il 2021 per lei non è stato facile stare dietro a tutte le dirette e agli eventi a quali l’hanno invitata. E anche se caratterialmente fa fatica a dire di no, si è vista...
Ascolta "Che fine ha fatto immuni?" su Spreaker.
Nel mio podcast quotidiano, che si chiama Il Caffettino, parlo con voi come se fossimo davanti a una macchietta del caffè virtuale di argomenti e notizie che riguardano il mondo del marketing, del business e del digital. A proposito di digital, il podcast più apprezzato dalla mia community durante questa settimana è stato quello di mercoledì 24 marzo, in cui ho parlato dell’app Immuni. Come ricorderete, qualche tempo fa era stata introdotta in Italia come sistema di tracciamento dei contatti per aiutare il monitoraggio e il contenimento della pandemia di Covid-19. All’inizio ne parlavano in tanti, ma adesso dov’è finita? Che cosa le è accaduto?
Molto semplicemente, ce la siamo dimenticata. E a nulla sono valsi gli endorsement di noi comunicatori: anche io nel mio piccolo ho fatto qualche stories al riguardo e ho comunicato più volte l’importanza di avere finalmente uno strumento digitale per aiutarci in un momento così difficile e co...
Nel mio Live Show di giovedì 25 febbraio ho avuto un grande ospite: Josè Compagnone, esperto di UI e UX. Per dirlo con parole semplici, Josè si occupa di interfacce digitali e dell’esperienza degli utenti. A suo parere, se la user experience è un termine ormai abusato, non si parla mai di bad experience, perché i problemi legati all’usabilità si vedono solo quando ci sono: quando non ci sono, invece, significa che è stata fatta un’ottima catalogazione degli errori e che è stato risolto tutto. Un altro tema di cui si parla da tempo è l’umanizzazione delle interfacce: dal suo punto di vista l’unica cosa che conta è che l’azienda, comunicando anche attraverso il digitale, deve essere in grado di trasferire informazioni, fatti e notizie importanti per l’utente in modo che questo comprenda le argomentazioni di vendita, i vantaggi e la convenienza di un dato prodotto.
Il fatto è che l’azienda ha tante cose da dire a fronte di uno spazio molto ridotto, che è quello dello schermo. Senza con...
Ascolta "Zoom pensa ai musicisti: High-Fidelity Music Mode" su Spreaker.
Bentornati al Caffettino, l’appuntamento quotidiano con le notizie che riguardano il mondo digitale e business. Oggi parliamo di Zoom, che ha appena annunciato l’introduzione dell’High-Fidelity Music Mode, una novità che come si può intuire dal nome va a migliorare la qualità del servizio offerto per coloro che non sono dei professionisti o degli imprenditori qualsiasi, ma sono dei musicisti. In particolare, le regole relative al distanziamento hanno portato sempre più i musicisti a interagire con le proprie band da remoto e lo stesso discorso vale per gli insegnanti di musica, i quali attualmente impartiscono lezioni ai propri allievi in una modalità ascrivibile allo smart working.
Su Zoom la sincronizzazione, ossia il collegamento tra l’audio e il video, lasciava un po’ a desiderare e la qualità del suono non era il massimo. L’High-Fidelity Music Mode invece risolve questi problemi. Come? Facendo esattamente...
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