Revenge porn: 2 milioni di italiani hanno scoperto loro foto e video intimi online senza consenso.

Tra i cinque podcast del Caffettino che ho pubblicato la settimana scorsa, la mia community ha preferito quello di lunedì 20 giugno, in cui ho parlato di un recentissimo studio sul revenge porn in Italia.

L’associazione no profit Permesso Negato, che analizza il fenomeno del revenge porn e che offre sostegno alle vittime in Italia, ha commissionato una ricerca a The Fool, società che si occupa di reputazione digitale. E i dati sono a dir poco allarmanti: su un campione di duemila persone intervistate tra la fine di aprile e l’inizio di maggio 2022, emerge che ben due milioni di italiani sono vittime di diffusione non consensuale di materiale intimo online. Ad ammettere di aver prodotto almeno una volta questo tipo di contenuto è una persona su sei e la metà afferma di averlo anche condiviso. Ma c’è di più, perché dall’indagine vengono fuori altri numeri preoccupanti.

Infatti, il 30% degli individui intervistati ha ammesso di non voler sporgere denuncia per paura che il loro caso d...

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Le pause di carriera non devono essere uno stigma - la ricerca LinkedIn.

Il podcast della scorsa settimana più amato dalla mia community è stato quello di lunedì 16 maggio, in cui ho parlato di una recente ricerca di LinkedIn sulle pause di carriera.

I periodi di stop dal lavoro non devono più essere considerati un problema, soprattutto in Italia. Anche perché, stando allo studio di LinkedIn, le pause di carriera nel nostro Paese ormai sono all’ordine del giorno. I motivi sono i più disparati: c’è chi è obbligato a fermarsi perché perde il lavoro (il 14% del campione), chi sceglie di prendersi del tempo per decidere cosa fare in futuro (sempre il 14%), chi deve assistere una persona cara (il 13%), chi vuole acquisire nuove competenze (il 12%) e, purtroppo, c’è anche chi si ferma per burnout. In generale, ben il 43% degli intervistati si è trovato in una fase di pausa lavorativa per periodi di tempo più o meno lunghi.

Questa fotografia rappresenta l’abbattimento di uno stigma, che fino a qualche tempo fa sembrava insormontabile. Le pause di carriera, in...

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Messaggi vocali per lavoro: la scomparsa dell’educazione.

Ascolta "Messaggi vocali per lavoro: la scomparsa dell'educazione" su Spreaker.

Se non conoscete ancora il Caffettino, sappiate che dal lunedì al venerdì alle 7:30 pubblico questo podcast in cui parlo di news e argomenti inerenti al mondo del marketing, del digital e del business. E lo faccio come se fossi davanti a una macchinetta del caffè virtuale con i miei ascoltatori, in modo amichevole e informale. Questa settimana, il Caffettino preferito dalla mia community è stato quello di venerdì 11 giugno, in cui ho parlato di un comportamento comune a moltissime persone ma che andrebbe accuratamente evitato: l’invio di messaggi vocali per lavoro. Li ricevete anche voi? Ebbene, godetevi questo articolo in cui spiego come affrontarli.

I messaggi vocali esistono da tanti anni su Telegram e su altre app, ma da qualche tempo sono arrivati anche su WhatsApp. E da quel momento moltissime persone hanno cominciato a utilizzarli per i motivi piĂą disparati. Ma partiamo da una premessa: quando so...

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Emanuele Arosio. L’evoluzione dell’e-commerce.

Nel mio Live Show di giovedì 15 aprile ho avuto come ospite Emanuele Arosio, Head of SEO presso Triboo Group e SEMrush Ambassador, che negli ultimi anni ha specializzato la sua consulenza nell’e-commerce. La nostra chiacchierata è iniziata parlando di digital divide, perché gli ho chiesto quanto è diversa la percezione di chi come noi vive in una “bolla digitale” rispetto a quella di chi ne è fuori. A suo parere c’è una bella differenza, perché molte famiglie non hanno computer sufficienti per far studiare i figli e lavorare. E questo nonostante il fatto che il fattore tecnologico sia alla portata di tutti, dato che per effettuare la didattica a distanza basta anche un tablet con una tastiera. Il problema è culturale, perché si sottovaluta l’importanza del computer: negli ultimi anni il digitale viene vissuto prevalentemente con i cellulari e si è annientata la necessità di avere strumenti come i tablet o i portatili. Spesso chi possiede uno smartphone pensa di poterlo utilizzare per...

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Il 30% delle famiglie italiane NON ha un computer in casa - digitalieuguali.it

Ascolta "Il 30% delle famiglie italiane NON ha un computer in casa - digitalieuguali.it" su Spreaker.

Tutti i giorni alle 7:30 pubblico il podcast del Caffettino. Si chiama così perché è come se chiacchierassi insieme a chi mi ascolta davanti a una macchinetta del caffè virtuale di news e argomenti che riguardano il digital, il marketing e il business. Questa settimana, il Caffettino più apprezzato dalla mia community è stato quello di mercoledì 24 marzo, in cui ho parlato di un grave problema che riguarda il nostro Paese, ma anche di una possibile soluzione per affrontarlo. Il fatto è che, secondo una ricerca dell’Istat, il 30% delle famiglie italiane non ha un computer in casa e questa percentuale diventa del 40% se parliamo di Sud Italia. Che cosa significa questo?

Significa che c’è un’altissimo numero di bambini che oggi sta facendo la didattica a distanza con il cellulare, con tutti i limiti che ciò comporta. Queste percentuali sono davvero spaventose, specialmente perché noi ...

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Morena D’Incoronato. Il valore dei giovani.

Nel mio ultimo Live Show di giovedì 5 marzo ho intervistato Morena D’Incoronato, Vice President Research & Portfolio Strategy South Hub presso ViacomCBS Networks EMEAA. Morena guida anche l’Osservatorio Giovani e Futuro di MTV che ha condotto una ricerca su oltre ottomila ragazzi tra i sedici e i ventiquattro anni appartenenti a quindici nazioni differenti. Ma chi sono i giovani oggi? Secondo Morena in Italia si viene considerati giovani fino ai quarant’anni, ma in realtà bisognerebbe riferirsi ai ragazzi che vanno dai quindici ai ventiquattro anni, i quali frequentano le superiori, l’università o che si stanno affacciando nel mondo del lavoro. A suo avviso si tratta di un universo molto interessante, una generazione molto bella ma che in Italia è particolarmente bistrattata. Questo perché nel nostro Paese i giovani sono pochi numericamente e spesso, cosa di cui sono consapevoli, vengono dimenticati.

La volontà dell’Osservatorio è dare voce a questi ragazzi che ne hanno passate tant...

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Chi cerca su Google trova un aggiornamento.

Corto o lungo, il nostro Caffettino è ogni giorno una certezza. Al contrario di Google, che invece ha modificato un'altra volta lo stile dei risultati di ricerca. Nel corso degli ultimi anni il motore di ricerca ha cambiato layout diverse volte e l'ultimo aggiornamento risaliva al 2018. Per Google, dove si concentra il 90% del traffico di ricerca, quello di oggi vuole essere l'ultimo passo verso un'interfaccia ancora più user friendly. L'obiettivo naturalmente è anche tenersi al passo con i cambiamenti avvenuti con l'avvento dei social media, che in particolare negli ultimi cinque anni hanno rivoluzionato Internet e il modo di fare ricerca online, specialmente su mobile.


Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa è cambiato su Google. Prima di tutto sono scomparse le scritte verdi che apparivano sotto i titoli dei risultati di ricerca. In secondo luogo il nuovo layout dà maggiore risalto alle fonti delle informazioni, per ridurre il traffico potenziale sui siti di fake news. Inoltre i ris...

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