Emanuele Arosio. L’evoluzione dell’e-commerce.

Apr 17, 2021

Nel mio Live Show di giovedì 15 aprile ho avuto come ospite Emanuele Arosio, Head of SEO presso Triboo Group e SEMrush Ambassador, che negli ultimi anni ha specializzato la sua consulenza nell’e-commerce. La nostra chiacchierata è iniziata parlando di digital divide, perché gli ho chiesto quanto è diversa la percezione di chi come noi vive in una “bolla digitale” rispetto a quella di chi ne è fuori. A suo parere c’è una bella differenza, perché molte famiglie non hanno computer sufficienti per far studiare i figli e lavorare. E questo nonostante il fatto che il fattore tecnologico sia alla portata di tutti, dato che per effettuare la didattica a distanza basta anche un tablet con una tastiera. Il problema è culturale, perché si sottovaluta l’importanza del computer: negli ultimi anni il digitale viene vissuto prevalentemente con i cellulari e si è annientata la necessità di avere strumenti come i tablet o i portatili. Spesso chi possiede uno smartphone pensa di poterlo utilizzare per fare molte cose, ma bisogna ricordarsi che si tratta di uno strumento limitato che non permette di lavorare.

A proposito di lavoro, ho domandato a Emanuele qual è la situazione nel suo settore, quello dell’e-commerce. Secondo Emanuele, il nostro Paese sta recuperando terreno rispetto al resto del mondo, anche a causa della pandemia che ci vede costretti a casa da diverso tempo. Oltretutto l’e-commerce è esploso anche grazie a chi non l’aveva mai utilizzato prima, come le generazioni più senior. Ma come avvengono gli acquisti tramite e-commerce? Le persone preferiscono effettuarli via mobile o computer? Emanuele spiega che in base alle analisi sul comportamento degli utenti si evince che il mobile ha un peso enorme, avendo sorpassato negli ultimi anni le ricerche da desktop.

Queste analisi sono fondamentali per comprendere cosa cercano, da dove cercano e con cosa cercano le persone: vengono esaminati i diversi mercati, perché ovviamente l’utente italiano è differente rispetto a quello di un altro Paese. E queste statistiche indicano quali sono i flussi delle ricerche durante il giorno: la ricerca da mobile avviene prevalentemente al mattino o la sera, ossia al risveglio o quando ci si mette a letto. In quei momenti si utilizza il cellulare per cercare un certo prodotto o servizio, ma poi è probabile che ci si mandi il link via mail per aprirlo in seguito sul computer ed effettuare l’acquisto. Il motivo risiede nel fatto che bisogna vedere bene le informazioni e il telefono non è adatto per comprare: si usa per iniziare la ricerca, ma questa si finalizza con un uno strumento che magari permette di vedere le foto del prodotto più grandi e di acquistare meglio.

Questo comportamento potrebbe sembrare in controtendenza rispetto alla scelta di social come Instagram e Facebook, che permettono di effettuare acquisti dalle proprie piattaforme. In realtà, Emanuele evidenzia che bisogna differenziare l’acquisto d’impulso da quello ragionato: nel primo caso, parliamo di prodotti che hanno un peso medio di acquisto basso e che possiamo anche comprare dai social semplicemente dopo averne visto la foto. Inoltre gli acquisti d’impulso spesso sono determinati dagli algoritmi, ossia quelle funzioni “naturali” dei motori di ricerca e dei social che permettono di identificare il rapporto tra un prodotto e il possibile cliente: se ci viene presentato un prodotto per cui abbiamo manifestato interesse nei giorni precedenti, allora lo acquistiamo d’impulso. L’acquisto ragionato, invece, viene finalizzato nell’arco di più giorni e prevede un complesso passaggio attraverso i vari device: in questo caso non è l’istinto che ci porta a cliccare da Instagram o da Facebook per andare su un sito e concludere l’acquisto.

Un esempio di acquisto d’impulso si è visto recentemente con i prodotti presenti nel programma di Amazon Prime Video “LOL - Chi ride è fuori”: questi prodotti erano praticamente introvabili nei primi giorni in cui è stata mandata in onda la serie. Emanuele sottolinea come il futuro degli acquisti passa anche attraverso questi programmi, perché permettono alle persone di interagire: fino a due anni fa nessuno avrebbe creduto possibile presentare dei prodotti su una piattaforma di streaming come Amazon Prime Video e convertire gli acquisti all’interno dello stesso Amazon. Inoltre, per Emanuele oggi il video è fondamentale anche per le schede prodotto, che si stanno evolvendo sempre più anche grazie ai video immersivi. Naturalmente, per avere un’evoluzione perfetta dovrebbero migliorare anche i CSM, cioè i sistemi di gestione dei contenuti, che dovrebbero essere molto più immersivi. In ogni caso, anche nei progetti seguiti da Emanuele con Triboo Group i video hanno molta importanza, specie per un determinato target che li preferisce alle classiche schede prodotto.

A questo punto ho chiesto a Emanuele quali sono le innovazioni nel mondo dell’e-commerce che riguardano la SEO. A suo parere, oggi la SEO è sempre più legata al modello dei dati e alle previsioni delle entrate. In pratica, l’obiettivo è far capire alle aziende che l’investimento nella SEO porta a un aumento di fatturato, anche sui nuovi mercati: attualmente sempre più aziende chiedono di essere posizionate non solo sui mercati tradizionali come quelli dell’Europa, della Russia o dell’America, ma anche in Sud Corea, in Giappone, in Australia, negli Emirati Arabi Uniti e nelle repubbliche ex sovietiche. Nell’ultimo anno e mezzo le barriere si sono totalmente disintegrate e, al netto di eventuali problemi legati ai dazi o alla logistica, l’innovazione più grande consiste nel supportare le aziende in termini di dati di conversione e aiutarle sui mercati internazionali, perché a volte quello italiano è già saturo e devono per forza uscire dai confini del nostro Paese.

Ma quando si realizza un e-commerce, soprattutto per i mercati internazionali, la parte logistica e di magazzino è abbastanza delicata. Secondo Emanuele avere un magazzino in loco abbatte i costi e permette di essere molto rapidi nelle spedizioni. Nel caso in cui si invia la merce dall’Italia, invece, ci vogliono diversi giorni prima che questa arrivi in qualsiasi mercato internazionale, anche se si prendono in considerazione quelli più vicini come la Svizzera o la Germania. Emanuele riporta anche il caso della Russia, dove Triboo Group ha molti clienti attivi: qui le logistiche sono estremamente difficili, perché se non si hanno un magazzino e un partner locale la spedizione arriva anche dopo quindici giorni, oppure non arriva proprio.

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