Morena D’Incoronato. Il valore dei giovani.

Mar 06, 2021

Nel mio ultimo Live Show di giovedì 5 marzo ho intervistato Morena D’Incoronato, Vice President Research & Portfolio Strategy South Hub presso ViacomCBS Networks EMEAA. Morena guida anche l’Osservatorio Giovani e Futuro di MTV che ha condotto una ricerca su oltre ottomila ragazzi tra i sedici e i ventiquattro anni appartenenti a quindici nazioni differenti. Ma chi sono i giovani oggi? Secondo Morena in Italia si viene considerati giovani fino ai quarant’anni, ma in realtà bisognerebbe riferirsi ai ragazzi che vanno dai quindici ai ventiquattro anni, i quali frequentano le superiori, l’università o che si stanno affacciando nel mondo del lavoro. A suo avviso si tratta di un universo molto interessante, una generazione molto bella ma che in Italia è particolarmente bistrattata. Questo perché nel nostro Paese i giovani sono pochi numericamente e spesso, cosa di cui sono consapevoli, vengono dimenticati.

La volontà dell’Osservatorio è dare voce a questi ragazzi che ne hanno passate tante anche per via del Covid-19, che non li aiuta nella crescita nonostante siano ricchissimi di risorse e abbiano una visione del futuro positiva. A Morena piace definirli “connessi”, ma non nell’accezione negativa che si intende di solito: a suo avviso hanno una connessione emotiva tra loro, con altre generazioni e sono empatici, attenti e ricettivi. Inoltre, dallo studio su questi giovani che stanno vivendo la loro età durante la pandemia è emersa una grande responsabilità: Morena è contraria al racconto che si fa dei ragazzi come irresponsabili e poco attenti perché in realtà, proprio nel periodo del Covid-19, sono stati attenti non tanto a loro stessi, quanto alla propria comunità e la loro principale preoccupazione era per le persone più deboli.

Oltre a mettersi in gioco, hanno anche lavorato come acceleratori digitali, portando in famiglia tanti comportamenti utili per limitare l’impatto dirompente del Covid-19 anche per le generazioni più mature. Hanno accettato le regole, anche se molto spesso vengono additati come gli unici responsabili di questa situazione. Questo perché purtroppo la mancanza di solidarietà generazionale è abbastanza comune, ce la portiamo dietro da secoli e probabilmente non è mai stata forte come oggi. Soprattuto in Italia, i ragazzi sono in una condizione particolarmente critica dal punto di vista economico, lavorativo e allo stesso tempo vivono la sensazione di non essere considerati una risorsa. Per Morena si fa un racconto molto parziale dei giovani, ad esempio sui giornali e in televisione. E prima di tutto per capirli bisogna ascoltarli, non solo raccontarli. Purtroppo invece questo non viene fatto abbastanza, perché gli adulti non ascoltano né i loro desiderata né i loro problemi e le loro criticità.

L’Osservatorio intende lavorare come amplificatore dei bisogni dei ragazzi, proprio perché spesso ne viene fatto un ritratto che li rappresenta poco. Naturalmente, come in tutte le generazioni, c’è una parte di giovani che non attua comportamenti in linea con le regole, ma in generale stiamo parlando di individui che stanno lottando per tornare a scuola, per l’ambiente e che stanno iniziando a far sentire la loro voce per una responsabilità sociale molto più ampia. E Morena ritiene che proprio mettendoci più in ascolto possiamo capire che abbiamo di fronte una generazione che ha molti più punti di forza che di debolezza. Oltretutto durante il Covid-19 i ragazzi hanno dato e danno il proprio contributo, se si pensa ai tanti giovani infermieri e a chi fa volontariato. La stragrande maggioranza degli studenti, invece, ha seguito con grandissima difficoltà la scuola in DAD, che è un enorme sacrificio. La loro vita è stata sospesa per un anno e hanno avuto la sensazione di non essere stati la priorità. Oltre a essere un problema per loro, lo è anche per il Paese in generale, che dovrebbe investire e credere nella generazione che costruirà il suo futuro.

Nel dettaglio, Morena crede che i ragazzi debbano essere rimessi al centro del discorso politico: vanno considerati una risorsa perché il rischio è quello di creare una generazione di talenti che rimarranno in minima parte nel nostro Paese. I giovani stanno investendo su loro stessi, sulle proprie competenze e sono pronti a mettersi in gioco, ma gli vanno date anche le opportunità per farlo. Non a caso i dati rivelano che siamo di fronte alla generazione di giovani più povera di sempre, perché se confrontiamo il reddito di un ventiquattrenne di oggi con quello di uno degli anni Cinquanta non c’è nessun paragone. È una generazione che è nata e vive nell’incertezza, oltre ad avere maturato la sensazione che debba cavarsela da sola. Infatti questi ragazzi studiano, investono, seguono dei master e viaggiano per costruire le loro competenze. Ma il sistema Paese dovrebbe dargli una mano, anche perché è in gioco la sua stessa solidità.

A proposito di viaggi, Morena racconta come i ragazzi abbiano una visione più internazionale rispetto a quella degli adulti. E questo specialmente perché essendo connessi hanno una visione del presente e del futuro assolutamente globale. Inoltre, i giovani ritengono molto importante l’uscita dalle frontiere: se quelli italiani la vivono come una necessità per trovare uno sfogo ai loro talenti, alle loro passioni e alla loro voglia di costruirsi un futuro, quelli degli altri Paesi la percepiscono più come un’opportunità. In ogni caso, tutti vogliono beneficiare delle potenzialità che il mondo ha da offrire, siano esse lavorative, conoscitive o legate alle relazioni personali. Perciò la maggior parte di loro è rivolta all’esterno, portando su scala globale la dimensione classica dei giovani: quella esplorativa.

A questo punto ho chiesto a Morena quale Paese oggetto della ricerca l’abbia stupita maggiormente, escludendo l’Italia. Lei è rimasta sorpresa soprattutto dai Paesi africani, dove a differenza dell’Italia i ragazzi sono tanti. Questi giovani sono pieni di entusiasmo e sentono di essere la generazione che può fare la differenza. Una carica di positività dovuta al fatto che questi Paesi sono in un momento di cambiamento e di crescita economica. Nonostante le difficoltà, perciò, i ragazzi africani si caratterizzano per una fortissima fiducia rispetto al futuro. Ma Morena è rimasta stupita anche dall’Asia, anch’essa in una fase di cambiamento che la vede protagonista di un processo di internazionalizzazione. Morena crede che ogni Paese sia sorprendente per qualche aspetto, anche se la forza dell’Africa e dell’Asia, per la dimensione che i ragazzi hanno in questi continenti, è incredibile. La sensazione di poter fare la differenza di questi giovani deriva dal fatto che si sentono parte di una generazione “potente”, cioè che in potenza può fare molto.

Ho anche domandato a Morena cosa farebbe se fosse il Primo Ministro di un Paese. Il suo primo obiettivo sarebbe rendere l’Erasmus non solo un diritto, ma quasi un dovere, perché nelle esperienze di questo tipo c’è moltissimo valore legato allo scambio e all’arricchimento reciproco. Secondo lei questo è il vero modo di abbattere le frontiere, per far sì che la conoscenza diventi valore e che il valore diventi competenza. Un arricchimento che in seguito non comporti la fuga dal proprio Paese, ma da riportare a casa. La seconda cosa che farebbe Morena sarebbe dare una speranza ai ragazzi in termini di lavoro: questo, come le condizioni finanziarie, sono un tema caldo soprattutto in Italia e in altri Paesi del Sud Europa, dove i giovani vogliono costruirsi un futuro ed è necessario creare le condizioni adatte per farlo. Infine, Morena si occuperebbe del tema ambientale, che sta a cuore ai ragazzi: questi ultimi sono molto interessati al riguardo, perché sanno che il futuro della loro generazione e di quelle che verranno dipendono dalla cura del pianeta e considerano inconcepibile il fatto che le generazioni adulte non sentano il fattore ambientale come una priorità.

Altre tematiche importanti per i giovani sono l’inclusione, i diritti civili e la fine del razzismo. Infatti dalla ricerca è emerso che, sebbene il 2020 si sia caratterizzato in primo luogo per il Covid-19, il secondo evento che ha impattato sulle vite dei ragazzi è stato quello legato a George Floyd e al movimento Black Lives Matter, che è nato proprio dai giovani. Altrettanto importante per loro è tornare a fare esperienze di vita reale e, per Morena, il 2021 e il 2022 saranno anni fondamentali per ritornare a una forma di normalità che per loro è pratica di vita, indispensabile per crescere: sono proprio i ragazzi a considerare la scuola come una priorità, non soltanto perché è il luogo dove si acquisiscono le nozioni, ma anche perché a scuola si mettono in campo una serie di abilità emotive e relazionali che a loro sono completamente mancate.

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