Revenge porn: 2 milioni di italiani hanno scoperto loro foto e video intimi online senza consenso.

Jun 27, 2022

Tra i cinque podcast del Caffettino che ho pubblicato la settimana scorsa, la mia community ha preferito quello di lunedì 20 giugno, in cui ho parlato di un recentissimo studio sul revenge porn in Italia.

L’associazione no profit Permesso Negato, che analizza il fenomeno del revenge porn e che offre sostegno alle vittime in Italia, ha commissionato una ricerca a The Fool, società che si occupa di reputazione digitale. E i dati sono a dir poco allarmanti: su un campione di duemila persone intervistate tra la fine di aprile e l’inizio di maggio 2022, emerge che ben due milioni di italiani sono vittime di diffusione non consensuale di materiale intimo online. Ad ammettere di aver prodotto almeno una volta questo tipo di contenuto è una persona su sei e la metà afferma di averlo anche condiviso. Ma c’è di più, perché dall’indagine vengono fuori altri numeri preoccupanti.

Infatti, il 30% degli individui intervistati ha ammesso di non voler sporgere denuncia per paura che il loro caso diventi di dominio pubblico. A fare le spese di questo problema, come spesso accade nel nostro Paese, sono soprattutto le donne: il 70% del campione è rappresentato da donne eterosessuali con un’età media di 27 anni, quindi presumibilmente consapevoli rispetto all’utilizzo degli strumenti digitali. D’altro canto, quando crediamo di avere una relazione importante e sicura con qualcuno, sottovalutiamo i pericoli che provengono dai nostri smartphone. Invece dovremmo essere consapevoli che i nostri contenuti possono rimanere per sempre ovunque.

Questo vale per qualsiasi cosa fotografiamo, pubblichiamo e salviamo sul cloud (e talvolta siamo anche inconsapevoli del fatto che venga salvata). Per quanto le aziende tech ci dicano che i nostri dati e la nostra privacy siano al sicuro, ogni nostro contenuto creato in digitale non è mai davvero solo nostro. Senza contare che in seguito è anche difficile eliminarlo, perché viene replicato molte volte. Perciò usiamo consapevolmente gli strumenti digitali. E in caso di problemi, vi invito ad andare su www.permessonegato.it, dove ci si può mettere in contatto con persone che offrono supporto tecnologico e feedback legale alle vittime di pornografia non consensuale.

Voi cosa ne pensate?

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Buon ascolto e condividete!

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