Il voto digitale è la soluzione per sconfiggere l'astensionismo?

Le elezioni UE 2024 sono terminate e, al netto del risultato politico, possiamo essere d'accordo sul fatto che l'astensionismo è protagonista assoluto. In Italia, infatti, ha votato meno di un italiano su due. Ovvero - come ci ricorda AdnKronos -  oltre il 49% degli aventi diritto. Il confronto con la media europea?

Il dato generale parla chiaro: c'è un miglioramento rispetto al 2019, dal 50,66% al 51%. I motivi di questa tendenza all'astensionismo in Italia sono tanti e abbracciano aspetti sociali, economici, culturali. Anche la fine dei grandi partiti politici, il senso di impotenza e la secolarizzazione sono aspetti importanti.

C'è sfiducia nelle istituzioni ed è interessante notare che al sud l'astensionismo è superiore. E che i dati sono mitigati dal fatto che ci sono state le elezioni comunali che hanno aumentato il flusso. Ma esiste un modo per invertire questa tendenza e riportare gli elettori verso l'esercizio del proprio diritto di voto?

Il voto digitale, di cosa si tratta...

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Chiude il Netflix della cultura: il nuovo fallimento statale.

Tra tutti i podcast del Caffettino che ho pubblicato la settimana scorsa, la mia community ha apprezzato di più quello di giovedì 12 gennaio, dedicato al fallimento di ItsArt.

Per chi non lo sapesse, ItsArt è una piattaforma streaming dedicata alla cultura lanciata a maggio del 2020: voluta dall’ex ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, avrebbe dovuto cavalcare l’onda del lockdown ma ha iniziato ad avere problemi già a partire da dicembre del 2020. A dirla tutta, già quando ItsArt è nata si poteva immaginare come sarebbe andata a finire: il suo slogan semplicistico lanciato in conferenza stampa e nelle dichiarazioni politiche, cioè “il Netflix della cultura”, fa pensare in modo inquietante a quando gli startupper in erba comunicano la propria startup come “il Facebook italiano” o “la Amazon italiana”. In pratica, un fallimento in partenza.

ItsArt avrebbe dovuto promuovere il prodotto “made in” (qualsiasi cosa voglia dire), ma la sua storia è finita male e rapidamente: inf...

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Gli artisti invitano alla "Resistenza". Ma resistere a cosa? Con Paolo Iabichino.

Tra tutti i podcast del Caffettino che ho pubblicato la settimana scorsa, la mia community ha preferito quello di sabato 8 ottobre, in cui Paolo Iabichino mi ha parlato dell’utilizzo improprio della parola “resistenza”.

Paolo è tra gli scrittori pubblicitari più importanti d’Italia e in una storia di Instagram si lamentava proprio dell’uso di questa parola a sproposito: a suo parere invece di resistenza bisognerebbe parlare di opposizione politica e democratica. Invece ci sono molte persone, anche tra gli artisti pop, che invitano proprio a fare resistenza. Ho voluto approfondire con Paolo l’argomento, perciò gli ho chiesto perché oggi tutti parlano di resistenza. La sua risposta è che si usano parole a caso, come si è visto in campagna elettorale. Si tratta di un comportamento abbastanza prevedibile da parte dei politici, che cercano di portare gli elettori al voto anche con argomenti discutibili.

Quello che ha meno senso, secondo Paolo, è quando certe parole vengono usate a spro...

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Sono state chiuse le sale per esport in Italia.

La settimana scorsa, il podcast del Caffettino più amato dalla mia community è stato quello di martedì 3 maggio, in cui ho parlato della recente chiusura di alcune sale per esport in Italia.

È un argomento molto importante per il nostro Paese, per i giovani, per il PIL, per lo sport ma anche per il futuro. La notizia, per l’appunto, è che l'Agenzia delle Dogane e Monopoli ha chiuso nei giorni scorsi diverse sale per esport, conosciute anche come sale LAN (Local Area Network). Per chi non lo sapesse, in questi locali si possono affittare postazioni pc e console per sfide e tornei con videogiochi come Fifa o Fortnite. Ho parlato in diverse occasioni dell’importanza degli esport e, in generale, del gaming, anche in termini economici. Ma il mondo della politica è miope rispetto agli addetti ai lavori che, come me, hanno chiaro il valore di questo settore.

Il problema è che la burocrazia si fonda su vecchie regole che magari riguardano giochi come quelli a gettoni, le quali purtroppo v...

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Ha senso non acquistare su Amazon per aiutare le PMI italiane?

Ascolta "Ha senso non acquistare su Amazon per aiutare le PMI italiane?" su Spreaker.

Dal lunedì al venerdì, alle 7:30, pubblico il podcast del Caffettino. Se ancora non lo sapete, è un appuntamento davanti a una macchinetta del caffè virtuale per chiacchierare insieme di tematiche e notizie che riguardano il mondo del digital, del business e del marketing. Durante questa settimana il Caffettino più ascoltato è stato quello di venerdì 27 novembre, in cui ho espresso il mio punto di vista riguardo uno degli argomenti più intriganti e più divisivi di questi giorni: le provocazioni di una piccola parte della politica italiana e francese, che invita a non acquistare prodotti su Amazon durante il Black Friday per aiutare le piccole e medie imprese.

Tutto è iniziato in Francia, con una petizione per boicottare la piattaforma di vendite online, privilegiando il ricorso ai negozi di quartiere. E successivamente, l’iniziativa è stata ripresa dalla parte populista della politica italiana. Ma...

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Bravi noi.

Ascolta "Bravi noi" su Spreaker.

Il Caffettino è il podcast quotidiano con cui chiacchieriamo davanti a una macchinetta del caffè virtuale di temi e notizie che riguardano l’universo del business, del digital e del marketing. Ma il Caffettino più ascoltato durante questa settimana è molto particolare, perché esula dai tipici argomenti che affrontiamo. Mercoledì 11 novembre, infatti, ho voluto dire a tutti noi imprenditori e professionisti “bravi noi”. Perché? Per una serie di motivi, primo tra tutti il fatto che in una situazione come questa, che ci vede al centro di una pandemia mondiale e in un Paese che si caratterizza per la burocrazia eccessiva e il debito pubblico elevato, siamo ancora qui a lavorare.

Lavoriamo con l’obiettivo di fare innovazione, senza seguire qualcuno ma cercando di inventare cose nuove. Un altro motivo per cui possiamo dire “bravi noi” è perché ripartiamo sempre da zero: ogni anno ci viene detto che saremo aiutati dallo Stato, ma questo non accade mai e il...

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Chiara Piotto. Il giornalismo tra media tradizionali e digitali.

Durante il Live Show di giovedì 15 ottobre ho avuto la fortuna di intervistare Chiara Piotto, giornalista di Sky TG24, che ci ha parlato del suo lavoro, del ruolo dell’informazione ai tempi del Covid e del futuro del giornalismo tra media tradizionali e digitali. Quest’estate Chiara ha realizzato un ciclo di reportage in cinque città europee per testimoniare la situazione post lockdown, effettuando tutte le riprese da sola con un iPhone e con una camera Osmo: sebbene dica che sia stato incredibilmente faticoso, questa esperienza le ha dato una grande soddisfazione, perché ha avuto la consapevolezza di costruire un racconto con un’unica idea e un unico occhio dietro ogni singolo frame.

Ma al di là del reportage, come si fa a raccontare quotidianamente il periodo che stiamo vivendo? Secondo Chiara si parte dai dati: in Sky TG24 ci sono diverse persone che ogni giorno analizzano i numeri sui nuovi contagi ed è importante fare riferimento a fonti affidabili. All’origine ci sono le agenz...

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