Questa è la notizia più importante del momento: il 31 ottobre 2024, OpenAI ha aperto al pubblico SearchGPT. Ovvero, la possibilità di includere in ChatGPT le ricerche online. Ciò significa integrare la forza dell'intelligenza artificiale generativa con le fonti che vengono raccolte online. In tempo reale.
Nei primi giorni, l'accesso era disponibile solo per gli utenti a pagamento ma ora è aperto a tutti. Anche a chi utilizza ChatGPT 4o senza pagare il canone mensile. Con questo passaggio, sembra chiaro a molti che sarà questo il passo fondamentale per aprire (o continuare) la sfida diretta nei confronti di Google.
In poche parole, possiamo dire che SearchGPT è un motore di ricerca basato su AI che fornisce domande dirette alle richieste. All'interno del già noto ChatGPT, consente di integrare i risultati con le ricerche effettuate online e le relative fonti presenti nel testo o nella barra laterale.
Se fai una ricerca in modalità web puoi ottenere d...
Il giudice distrettuale Amit Mehta ha sentenziato: Google ha agito come monopolista, violando la Sezione 2 dello Sherman Act. Ovvero, la più antica legge sull'antitrust USA per limitare i cartelli. Si possono trovare tutti i riferimenti e i dettagli nel documento ufficiale condiviso dal New York Times.
La decisione della Corte distrettuale degli Stati Uniti per il distretto di Columbia è già stata definita storica dagli analisti e dagli osservatori degli equilibri del settore tech. Grazie a questo passaggio, infatti, si dà ragione a chi accusa Google di aver abusato della sua posizione nel settore della search online.
Posizione che è stata guadagnata anche pagando ingenti somme per rendere il motore di ricerca di Mountain View quello predefinito sui browser degli smartphone Apple e Samsung (fonte Bloomberg).
Secondo il giudice Amit Mehta di Washington, ben 26 miliardi di dollari sono stati pagati dalla Alphabet Inc. per bloccare l'azione di altr...
Sempre interessante sapere cosa cercano gli italiani su Google in un determinato periodo e come tutti gli anni è stato pubblicato il report ufficiale. Lo crea il team di Google Trends, strumento gratuito che ti consente di scoprire l'evoluzione delle ricerche che vengono digitate dal pubblico sul motore di ricerca.
Quindi, oltre a offrire un ottimo strumento per effettuare delle ricerche approfondite e analizzare gli argomenti da affrontare, ad esempio, in un progetto di content marketing, ogni anno Google Trends ti permette di dare uno sguardo alle keyword più digitate sul web. Come avviene ogni anno.
Infatti, la tradizione del report pubblicato a dicembre è sedimentata. Prima si chiamava Zeitgeist, lo spirito del tempo, e aveva un aspetto leggermente diverso (puoi dare uno sguardo all'archivio). Oggi la sezione ha un nuovo titolo: Un anno di ricerche. Ebbene, cosa hanno digitato gli italiani negli ultimi mesi?
Per scoprire cosa hanno cercato le...
Legislative Framework to Protect Children and Teens Online è il nome del documento proposto da Google per ridefinire il tema della sicurezza su internet per i più giovani. Questo argomento è sempre sul tavolo dei temi più importanti dato che si sente l'esigenza di maggior sicurezza su internet.
Ma è vero che il limite tra prevenzione e abuso non è facile da definire. Ecco perché è importante valutare il quadro legislativo per proteggere i bambini e gli adolescenti proposto da Mountain View.
Sono anni che gli attori coinvolti (utenti, aziende, politica, associazioni) si interrogano su come migliorare la sicurezza online per i minori. E basta fare qualche ricerca sul web per trovare diverse risorse ufficiali per guidare i genitori e gli adolescenti verso un uso consapevole della rete.
Una rete che è grande risorsa di occasioni e conoscenza ma anche di minacce. Per affrontare tutto ciò non basta sottolineare la presenza di pericoli generici, bisogna esser...
Da diverso tempo, su Google Meet, la piattaforma di Mountain View per avviare spazi virtuali di videoconferenze e webinar, è possibile cliccare su un pulsante per chiedere parola. L'idea è quella di lavorare sulla relativa evoluzione: Google Meet riconosce la mano alzata con l'AI.
La notizia è stata presentata durante il BETT 2023, la principale manifestazione internazionale rivolta alle tecnologie didattiche, e si fonde insieme a una serie di novità succulente per chi vuole sfruttare al massimo gli strumenti di Google. Estrapoliamo un passaggio espresso dal comunicato del blog:
"Teachers can save time with custom building blocks, and facilitate class activities with timer, stopwatch and coming soon, voting chips, all within Docs. We’re also working on updates to Slides and Meet, adding co-presenting in Slides and AI-powered hand raise gesture detection in Meet, coming later this year".
L'anno scorso Google ha lanciato Smart Canvas in documenti, fogli di calcolo e presentazioni ...
La notizia ha scosso tutti i professionisti del settore marketing e nuove tecnologie: Google BARD ha fatto il suo ingresso nel ring delle AI al servizio del grande pubblico. Dopo l'integrazione di ChatGPT su Bing, Mountain View ha pubblicamente presentato sul suo blog ufficiale la rivoluzione della ricerca.
O almeno questo è il punto di vista di Sundar Pichai, il CEO di Alphabet (e quindi di Google). In realtà il passaggio era previsto da tempo dato che Google stava sviluppando il suo modello linguistico per applicazioni di dialogo (o LaMDA). Ecco un estratto del post pubblicato da Sundar sull'argomento:
Two years ago we unveiled next-generation language and conversation capabilities powered by our Language Model for Dialogue Applications (or LaMDA for short). We’ve been working on an experimental conversational AI service, powered by LaMDA, that we’re calling Bard. And today, we’re taking another step forward by opening it up to trusted testers ahead of making it more widely avail...
Il podcast del Caffettino della settimana scorsa che la mia community ha amato di più è stato quello di giovedì 5 gennaio, in cui ho parlato della fine inevitabile della tecnologia.
In particolare, ci sono cinque tra piattaforme e prodotti tecnologici che ci hanno definitivamente detto addio nell’arco del 2022 e che allo stesso tempo ci possono insegnare molto sul futuro. Il primo prodotto “morto” l’anno scorso è il mitico iPod: era il lontanissimo 22 ottobre del 2001 quando Steve Jobs lo presentò al pubblico e a maggio del 2022 ne è stata interrotta la produzione. Anche Internet Explorer ha avuto lo stesso destino dell’iPod: introdotto nel 1995, quando non tutti avevano un computer, ha rappresentato una grande novità per gli utenti di Internet. A seguire, l’anno passato ha decretato la fine anche del BlackBerry, dell’iPhone mini e di Google Stadia.
La fine di queste icone tecnologiche offre l’opportunità ai professionisti e agli imprenditori di studiare non soltanto i progetti fa...
Tra tutti i podcast del Caffettino che ho pubblicato la settimana scorsa, la mia community ha amato di più quello di lunedì 31 ottobre, in cui ho parlato del difficile rapporto tra Apple e Meta.
In particolare, Apple si mette in una posizione ostile rispetto a Meta introducendo una tassa più alta sul suo App Store. Partiamo dall’assunto che chi offre le applicazioni può farlo al prezzo che desidera. Come sappiamo, lo store di Apple si rivolge a chi ha iOS, mentre quello di Google è dedicato agli utenti Android. Entrambi sono in una posizione assolutamente legittima nel momento in cui scelgono la tassa da applicare alla vendita delle app che ospitano. Ma Meta non è affatto d’accordo riguardo la decisione di Apple di aumentare al 30% la tassa sulla vendita dei contenuti in evidenza sull’App Store, come ad esempio i boost sulle app dei social media.
La nuova tassa sulla pubblicità che Meta deve pagare ad Apple non è andata proprio giù all’azienda di Mark Zuckerberg, dato che si tratt...
Ascolta "Google può riconoscere le canzoni anche se le fischiettiamo o cantiamo" su Spreaker.
Dal lunedì al venerdì, puntuale alle 7:30, pubblico il podcast del Caffettino, in cui parlo di tematiche e notizie che ruotano attorno al mondo del digitale, del business e della comunicazione. Durante questa settimana il Caffettino più ascoltato è stato quello di martedì 20 ottobre, dedicato a una nuova e interessante funzionalità di Google. Avete presente quando avete in testa una determinata canzone e non ne ricordate il titolo? Ebbene, grazie alla nuova funzione “Search On” di Google vi basterà fischiettare o canticchiare il motivo per scoprire di quale canzone si tratta. Per ora la funzionalità è disponibile in venti lingue su Android e solo in inglese su iOS per iPhone.
È sufficiente aprire sugli smartphone l’ultima versione dell’app Google o trovare il widget di ricerca, per poi cliccare l’icona del microfono e dire “Qual è questa canzone?”, oppure premere il pulsante “Cerca una can...
Ascolta "YouTube imita TikTok e presenta i minivideo Shorts" su Spreaker.
Nel Caffettino parliamo ogni giorno delle tematiche e delle novità più importanti che riguardano il mondo digitale e non soltanto. Oggi non possiamo fare a meno di parlare di YouTube, che ha appena lanciato i minivideo Shorts, estremamente simili ai contenuti video multiclip verticali ideati da TikTok. Con questi filmati, che hanno la durata di cinque secondi e su cui è possibile montare una base musicale, YouTube spera di attrarre quella fetta di pubblico che al momento preferisce TikTok. Il prodotto è stato presentato in versione beta ad accesso anticipato in India, dove peraltro l’app TikTok è stata bloccata come potenziale minaccia alla sicurezza nazionale.
Come è accaduto per le Stories ideate da Snapchat e lanciate in seguito su Instagram, Facebook e YouTube, anche i video di TikTok vantano varie imitazioni: oltre ai neonati minivideo Shorts, abbiamo visto come recentemente Instagram ha introdotto Reels...
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