La sicurezza dei minori online secondo Google

Oct 22, 2023

Legislative Framework to Protect Children and Teens Online è il nome del documento proposto da Google per ridefinire il tema della sicurezza su internet per i più giovani. Questo argomento è sempre sul tavolo dei temi più importanti dato che si sente l'esigenza di maggior sicurezza su internet.

Ma è vero che il limite tra prevenzione e abuso non è facile da definire. Ecco perché è importante valutare il quadro legislativo per proteggere i bambini e gli adolescenti proposto da Mountain View.

L'importanza di un web sicuro

Sono anni che gli attori coinvolti (utenti, aziende, politica, associazioni) si interrogano su come migliorare la sicurezza online per i minori. E basta fare qualche ricerca sul web per trovare diverse risorse ufficiali per guidare i genitori e gli adolescenti verso un uso consapevole della rete.

Una rete che è grande risorsa di occasioni e conoscenza ma anche di minacce. Per affrontare tutto ciò non basta sottolineare la presenza di pericoli generici, bisogna essere formati sull'argomento.

Molto interessante la guida di raisingchildren.net.au, The Australian Parenting Website, che lascia una lista di attività specifiche da portare a termine. Come la creazione di un family media plan, uno schema di azioni e precauzioni note a tutti i componenti, accettate e condivise (nel video c'è la spiegazione). 

Ancora più pratico, e rivolto agli adolescenti, è il decalogo proposto dal sito web dell'Unicef. Anche Google è presente nel dibattito che vede i grandi nomi del web confrontarsi su come tutelare la sicurezza dei minori sul web. E le controversie rispetto all'approccio proposto non si fanno attendere.

Controllare l'età sui siti web

Alcune proposte di legge - tipo quelle degli stati USA di Louisiana, Arkansas e Utah - hanno individuato una necessità per tutelare i minori online: verificare l'età degli utenti che accedono a determinati servizi e siti web. Secondo Google questo approccio non è il migliore per tutelare la libertà di espressione.

"As policymakers contemplate these issues, they should carefully consider the broader impacts of these bills and avoid side effects like blocking access to critical services, requiring people (including adults) to submit unnecessary identification or sensitive personal information, or treating an older teen the same as a younger child".

Nel comunicato stampa ufficiale, Google ci tiene a precisare che la politica deve considerare l'impatto di queste proposte di legge su un possibile blocco dell'accesso a servizi con informazioni rilevanti.

Bisogna valutare come vengono chieste (anche a persone adulte) dati sensibili o di identificazione che non sono strettamente necessarie. Non è giusto gestire i permessi e le opportunità concesse a un adolescente come quelle che riguardano un bambino piccolo. 

L'alternativa suggerita da Google

Dal punto di vista di Mountain View, la proposta è quella di progettare e promuovere dei contenuti adatti, non imporre verifiche e restrizioni. Nello specifico, nel primo punto del documento PDF leggiamo che i servizi online utilizzati dai più giovani dovrebbero valutare gli interessi collettivi dei destinatari.

Si dovrebbe fare questo all'interno delle diverse fasi di sviluppo indicate dagli esperti del settore. In modo da garantire che i servizi siano sviluppati, progettati per rispettare l'età dei destinatari.

Tutto molto utile. Ma è giusto ricordare che nel 2019 la Federal Trade Commission ha multato Google per la violazione della Children’s Privacy Law. In estrema sintesi, YouTube ha raccolto informazioni personali dai canali rivolti ai bambini senza prima avvisare e ottenere il consenso.

Secondo la denuncia, YouTube ha guadagnato milioni di dollari con annunci pubblicitari segmentati grazie a questa tecnica. Poi hanno deciso di adeguarsi ma non mancano i report, tipo quello di Adalytics, in cui si continuano a trovare delle superficialità sulla gestione della pubblicità mirate sui minori.

Google respinge le accuse ma il problema non è il singolo caso: dobbiamo valutare le implicazioni del libero accesso alle informazioni da parte dei minori. Sarà utile? È giusto lasciare maggior libertà o conviene bloccare l'accesso a chi non ha la maggiore età? Google è un riferimento, uno dei player più importanti in questo settore. E ci aspettiamo il miglior contributo per aiutarci a gestire questa sfida.

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