Tra i podcast del Caffettino che ho pubblicato la settimana scorsa, la mia community ha apprezzato maggiormente quello di lunedì 17 ottobre, dedicato a una notizia interessante ma allo stesso tempo un po’ sconfortante.
Il podcaster americano Joe Rogan, noto per le sue provocazioni, ha usato l’intelligenza artificiale per intervistare il defunto Steve Jobs in una puntata del suo podcast. Rossella Pivanti, esperta di branding podcast e compagna di tanti eventi, mi ha taggato in un post su LinkedIn in cui parlava di questo podcast, focalizzandosi sulle sue implicazioni morali e sul suo contenuto. Personalmente ho un’idea netta riguardo al far “resuscitare” i morti, un modello che non è affatto nuovo sia nei podcast che nei video: ne avevo parlato tempo fa, perché si erano viste operazioni simili già nel 2020. Ma non solo, ci sono anche delle startup che hanno cavalcato questa idea.
Tra queste c’è StoryFile, che ha utilizzato proprio l’intelligenza artificiale per permettere ai parenti d...
Il podcast del Caffettino della settimana scorsa preferito dalla mia community è stato quello di lunedì 6 giugno, in cui ho parlato di un’applicazione molto interessante, dotata di un algoritmo decisamente speciale.
L’app si chiama Kintsugi e, proprio grazie a un algoritmo, può capire se siamo depressi attraverso la nostra voce. In pratica Kintsugi utilizza dei biomarcatori vocali per misurare e prevedere lo stato del nostro benessere psichico. Si tratta di uno strumento discreto, scaricabile sullo smartphone e perciò utilizzabile ovunque. All’interno dell’app ci sono anche dei quiz per supportarci clinicamente, comprendere al meglio i nostri pensieri e le nostre emozioni. O almeno questa è la promessa che viene fatta sul sito www.kintsugihello.com. Un esperimento interessante, anche se ho dei dubbi quando affidiamo la nostra salute mentale alla tecnologia.
Non mi riferisco alla terapia online, perché trovo che sia utile, dato che si basa su un rapporto tra persone nel quale la te...
Tra i cinque podcast che ho pubblicato la scorsa settimana, la mia community ha preferito quello di venerdì 18 febbraio, in cui ho parlato del potere del sorriso quando comunichiamo online e di persona.
Partiamo dall’assunto che tutti noi creiamo dei contenuti, anche se non siamo dei content creator che ad esempio realizzano podcast o video, per delle aziende oppure per il proprio pubblico. Lo facciamo quando ci colleghiamo su Zoom per un meeting con i colleghi o magari, se siamo studenti, quando partecipiamo alle lezioni online. In questi casi, i nostri contenuti consistono nel nostro volto e nella nostra voce. Ma spesso noi italiani, quando comunichiamo i nostri contenuti, sottovalutiamo l’importanza del sorriso, che invece è fondamentale per relazionarsi con gli altri. Perché dovremmo essere più sorridenti, comunicando in maniera rilassata e serena?
Il sorriso non è soltanto un elemento paraverbale fondamentale della comunicazione (che consiste nel modo in cui diciamo qualcosa ...
Ascolta "3 Errori di chi comincia a fare Podcasting" su Spreaker.
Il mio podcast si chiama Caffettino, perché lo pubblico ogni mattina dal lunedì al venerdì per chiacchierare con voi come se fossimo davanti a una macchinetta del caffè virtuale. Gli argomenti di cui parlo hanno a che fare per lo più con il mondo del digital, del marketing e del business. Questa settimana, il podcast che è piaciuto di più alla mia community è stato quello di mercoledì 26 maggio, in cui ho parlato proprio di podcast. In particolare, ho raccontato quali sono le tre domande più comuni e allo stesso tempo più sbagliate di chi si avvicina al mondo del podcasting. Ho scelto questo argomento in vista del webinar gratuito che terrò martedì primo giugno alle 18:00, proprio sul podcasting, al quale potete iscrivervi a questo link: https://www.mariomoroni.it/Webinar-podcast-gratuito. Ma ora andiamo a vedere quali sono le tre domande più scorrette e ingenue di chi comincia a fare podcast.
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Giovedì 22 aprile, durante il mio Live Show, ho intervistato Rossella Pivanti, audio producer specializzata nella creazione di branded podcast, serie audio e audiodocumentari. Entrando nel vivo dell’argomento, le ho chiesto perché secondo lei un’azienda oggi deve fare podcast. A suo parere, per tanti anni alle aziende è stato detto di puntare sull’immagine, poi sul “metterci la faccia” e infine sui contenuti video. Oggi invece bisogna puntare sulla voce. Perché i brand attualmente hanno un logo, un colore, un’immagine o il volto di qualcuno, ma non hanno una voce: escludendo Autostrade e Trenitalia, gli altri brand infatti devono ancora capire che voce e che accento hanno.
A proposito di accenti, il problema di alcuni clienti che si avvicinano al mondo dei podcast è che sono alla ricerca di doppiatori perfetti e non di voci. Per Rossella il doppiaggio è un lavoro nobilissimo, ma utilizza linguaggi ed espressioni di determinati ambiti: dal pubblicitario al televisivo, dal radiofonico...
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