Il podcast del Caffettino della scorsa settimana che la mia community ha apprezzato di più è stato quello di venerdì 25 febbraio, in cui ho spiegato perché allenarsi è più bello e formativo di vincere.
Il fatto è che tutti quanti vogliono vincere: c’è chi punta a ritirare premi, chi a essere intervistato, chi a ottenere il successo economico e così via. Ma solo in pochi vivono il proprio percorso godendosi ciò che stanno facendo o capendo il valore delle difficoltà in cui si trovano. Parliamo dell’esercizio quotidiano, di quello che viene definito “sbattimento”, di quando proprio non abbiamo voglia di lavorare o peggio, di quando il mercato ci rema contro. E chi riesce a superare tutto raggiungendo i propri risultati difficilmente comunica i problemi che ha dovuto affrontare sulla sua strada, ma parla solo dei traguardi conquistati. Cosa accadrebbe se non fosse così?
Credo che se le persone di successo parlassero delle difficoltà che hanno dovuto affrontare, i corsi motivazionali ...
Ascolta "Distruggere i progetti quando funzionano e ricominciare da capo" su Spreaker.
Nel mio podcast del Caffettino, che pubblico dal lunedì al venerdì alle 7:30, mi piace chiacchierare con voi come se fossimo davanti a una macchinetta del caffè virtuale di notizie e tematiche che riguardano il mondo del marketing, del digital e del business. Questa settimana, il Caffettino più amato dalla mia community è stato quello di giovedì 3 giugno, in cui ho parlato di un comportamento che metto in atto periodicamente e che si rivela molto utile: smontare i progetti proprio quando funzionano. A dire il vero, confrontandomi con altre persone ho scoperto di non essere l’unico a ricorrere a questa strategia, che si dimostra molto comune tra chi ha successo.
Ma cosa faccio di preciso? Dopo aver portato avanti per tanto tempo una qualsiasi attività, nel momento in cui funziona inizio ad avere l’irrefrenabile istinto di distruggerla: il fatto è che arrivo alla consapevolezza di essere arrivato a...
Giovedì 22 aprile, durante il mio Live Show, ho intervistato Rossella Pivanti, audio producer specializzata nella creazione di branded podcast, serie audio e audiodocumentari. Entrando nel vivo dell’argomento, le ho chiesto perché secondo lei un’azienda oggi deve fare podcast. A suo parere, per tanti anni alle aziende è stato detto di puntare sull’immagine, poi sul “metterci la faccia” e infine sui contenuti video. Oggi invece bisogna puntare sulla voce. Perché i brand attualmente hanno un logo, un colore, un’immagine o il volto di qualcuno, ma non hanno una voce: escludendo Autostrade e Trenitalia, gli altri brand infatti devono ancora capire che voce e che accento hanno.
A proposito di accenti, il problema di alcuni clienti che si avvicinano al mondo dei podcast è che sono alla ricerca di doppiatori perfetti e non di voci. Per Rossella il doppiaggio è un lavoro nobilissimo, ma utilizza linguaggi ed espressioni di determinati ambiti: dal pubblicitario al televisivo, dal radiofonico...
Ascolta "Parti dal pubblico non dal prodotto" su Spreaker.
Digital, marketing e business: sono questi gli argomenti principali che affronto ogni giorno all’interno del mio podcast che si chiama il Caffettino, un nome che ho scelto perché parlo con il mio pubblico come se fossimo davanti a una macchinetta del caffè virtuale. Questa settimana il Caffettino più amato dalla mia community è stato quello di lunedì 12 aprile, in cui ho voluto parlare di strategia: spesso infatti mi viene chiesto come si fa a monetizzare con i contenuti, ad esempio con un videocorso. La risposta è che bisognerebbe partire prima dal pubblico e soltanto in seguito passare al prodotto, anche se quasi tutti fanno esattamente il contrario.
L’errore più comune perciò è quello di cominciare a vendere. Sempre mantenendo l’esempio del videocorso, talvolta vedo dei professionisti e delle aziende che ne lanciano uno prima ancora di averlo realizzato: magari hanno fatto solo un’anteprima ed effettuano un test vedendo ...
Corto o lungo, il nostro Caffettino è ogni giorno una certezza. Al contrario di Google, che invece ha modificato un'altra volta lo stile dei risultati di ricerca. Nel corso degli ultimi anni il motore di ricerca ha cambiato layout diverse volte e l'ultimo aggiornamento risaliva al 2018. Per Google, dove si concentra il 90% del traffico di ricerca, quello di oggi vuole essere l'ultimo passo verso un'interfaccia ancora più user friendly. L'obiettivo naturalmente è anche tenersi al passo con i cambiamenti avvenuti con l'avvento dei social media, che in particolare negli ultimi cinque anni hanno rivoluzionato Internet e il modo di fare ricerca online, specialmente su mobile.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio cosa è cambiato su Google. Prima di tutto sono scomparse le scritte verdi che apparivano sotto i titoli dei risultati di ricerca. In secondo luogo il nuovo layout dà maggiore risalto alle fonti delle informazioni, per ridurre il traffico potenziale sui siti di fake news. Inoltre i ris...
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