Tra i cinque podcast del Caffettino che ho pubblicato la scorsa settimana, la mia community ha amato maggiormente quello di venerdì 9 settembre, in cui ho parlato di un’interessante proposta di un giornalista americano, Geoffrey A. Fowler.
Fowler scrive per il Washington Post e in un editoriale ha chiesto alle aziende tech di inserire la data di scadenza dei prodotti tecnologici. Il principio alla base della sua richiesta è il seguente: indicare il periodo di vita stimato di questi oggetti aiuterebbe i consumatori a fare acquisiti più consapevoli, specialmente per quanto riguarda i prodotti dotati di batterie che non possono essere sostituite. Quella di Fowler è una proposta provocatoria, in quanto per le aziende produttrici indicare la data di scadenza naturalmente significa comunicare ai propri clienti che in un determinato momento sarà necessario sostituire il proprio dispositivo con uno nuovo.
Sappiamo bene quanto l’obsolescenza programmata sia uno dei problemi insisto in qual...
Tra i cinque podcast del Caffettino che ho pubblicato la settimana scorsa, la mia community ha amato di più quello di mercoledì 27 luglio, dedicato allo stop alle chiamate indesiderate da parte dei call center.
Infatti il 27 luglio è stata una grandissima giornata che, teoricamente, ci ha portato a una grandissima liberazione: lo stop alle telefonate feroci dei call center sui nostri cellulari. Dopo diversi anni in cui gli unici numeri di telefono che si potevano inserire nel Registro Pubblico delle Opposizioni erano quelli fissi (oltretutto non tutti quanti, ma solo quelli in elenco), è arrivata la possibilità di registrare anche i numeri di telefono cellulari. Basta andare sul sito registrodelleopposizioni.it. Si tratta di una vera novità che, incrociando le dita, ci salva da quell’enorme quantità di telefonate di spam che riceviamo ogni giorno. Ma questa iniziativa è davvero la soluzione al teleselling?
Personalmente mi fido soltanto fino a un certo punto, specialmente perché s...
Il mio podcast si chiama il Caffettino, perché è una sorta di chiacchierata davanti a una macchinetta del caffè virtuale con chi mi ascolta. Dal lunedì al venerdì parlo di notizie e tematiche che di solito riguardano il digital, il marketing e il business. Ma nel Caffettino della settimana preferito dalla mia community, quello di martedì 22 giugno, ho trattato un argomento atipico, ossia il fatto che spesso fruiamo contenuti di persone che non conosciamo. E i content creator, ad esempio i blogger o i podcaster come me, danno per scontato che le persone al di fuori della loro community utilizzino i loro contenuti senza conoscerli. Perché c’è differenza tra la community e il pubblico.
Nel mio caso, mentre la mia community è costituita da persone che mi seguono da qualche puntata o che si sono affezionate da qualche anno al Caffettino, il pubblico è fatto da chi magari una volta...
Giovedì 22 aprile, durante il mio Live Show, ho intervistato Rossella Pivanti, audio producer specializzata nella creazione di branded podcast, serie audio e audiodocumentari. Entrando nel vivo dell’argomento, le ho chiesto perché secondo lei un’azienda oggi deve fare podcast. A suo parere, per tanti anni alle aziende è stato detto di puntare sull’immagine, poi sul “metterci la faccia” e infine sui contenuti video. Oggi invece bisogna puntare sulla voce. Perché i brand attualmente hanno un logo, un colore, un’immagine o il volto di qualcuno, ma non hanno una voce: escludendo Autostrade e Trenitalia, gli altri brand infatti devono ancora capire che voce e che accento hanno.
A proposito di accenti, il problema di alcuni clienti che si avvicinano al mondo dei podcast è che sono alla ricerca di doppiatori perfetti e non di voci. Per Rossella il doppiaggio è un lavoro nobilissimo, ma utilizza linguaggi ed espressioni di determinati ambiti: dal pubblicitario al televisivo, dal radiofonico...
Ascolta "Apri una startup Copycat: è un successo di esecuzione" su Spreaker.
Nel Caffettino ci ritroviamo ogni giorno come se fossimo davanti alla macchinetta del caffè per parlare di tematiche inerenti al mondo del digitale e del business. Oggi parliamo di startup e in particolare di un fenomeno molto conosciuto nel mondo, ma poco in Italia: quello delle startup Copycat. Si tratta di aziende che replicano un modello di business di successo, spesso con ottimi risultati. Infatti copiare e prendere spunto dai migliori permette di raggiungere traguardi importanti. Ma cosa significa Copycat? In Italiano questa parola si può tradurre con “copione” e, relativamente al mondo del business, vuol dire studiare una startup o un’azienda che funziona e poi replicarla.
Certamente questo “copia e incolla” deve essere fatto con criterio, magari cambiando il logo, qualche procedura o lo stile rispetto all’azienda dalla quale si prende ispirazione. Pensate che spesso queste startup che copiano il mo...
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