Sei depresso? L’algoritmo di Kintsugi lo riconosce dalla voce.

Il podcast del Caffettino della settimana scorsa preferito dalla mia community è stato quello di lunedì 6 giugno, in cui ho parlato di un’applicazione molto interessante, dotata di un algoritmo decisamente speciale.

L’app si chiama Kintsugi e, proprio grazie a un algoritmo, può capire se siamo depressi attraverso la nostra voce. In pratica Kintsugi utilizza dei biomarcatori vocali per misurare e prevedere lo stato del nostro benessere psichico. Si tratta di uno strumento discreto, scaricabile sullo smartphone e perciò utilizzabile ovunque. All’interno dell’app ci sono anche dei quiz per supportarci clinicamente, comprendere al meglio i nostri pensieri e le nostre emozioni. O almeno questa è la promessa che viene fatta sul sito www.kintsugihello.com. Un esperimento interessante, anche se ho dei dubbi quando affidiamo la nostra salute mentale alla tecnologia.

Non mi riferisco alla terapia online, perché trovo che sia...

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La comunicazione non è cosa dici ma è SOLO quello che capiscono gli altri.

Il podcast del Caffettino della scorsa settimana più apprezzato dalla mia community è stato quello di venerdì 11 febbraio, in cui ho voluto fare una provocazione relativa al concetto di comunicazione.

Sul sito della Treccani la comunicazione è definita come “l’azione, il fatto di comunicare, cioè di trasmettere ad altro o ad altri”. E trasmettere significa far capire qualcosa agli altri. È proprio questa la provocazione: la comunicazione non consiste in ciò che diciamo o scriviamo, ma in quello che capiscono le persone. Invece spesso, ad esempio all’interno delle aziende, si arriva al paradosso per cui se non siamo compresi è colpa degli altri che non capiscono nulla. Al contrario, dovremmo renderci conto del fatto che se gli altri capiscono male significa semplicemente che abbiamo comunicato male. Potrebbe sembrare un ragionamento scontato, ma non è affatto così.

Infatti, mi capita spesso...

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Google riconosce le canzoni anche se le fischiettiamo o cantiamo.

Ascolta "Google può riconoscere le canzoni anche se le fischiettiamo o cantiamo" su Spreaker.

Dal lunedì al venerdì, puntuale alle 7:30, pubblico il podcast del Caffettino, in cui parlo di tematiche e notizie che ruotano attorno al mondo del digitale, del business e della comunicazione. Durante questa settimana il Caffettino più ascoltato è stato quello di martedì 20 ottobre, dedicato a una nuova e interessante funzionalità di Google. Avete presente quando avete in testa una determinata canzone e non ne ricordate il titolo? Ebbene, grazie alla nuova funzione “Search On” di Google vi basterà fischiettare o canticchiare il motivo per scoprire di quale canzone si tratta. Per ora la funzionalità è disponibile in venti lingue su Android e solo in inglese su iOS per iPhone.

È sufficiente aprire sugli smartphone l’ultima versione dell’app Google o trovare il widget di ricerca, per poi...

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Facebook testa lo status automatico generato da un algoritmo.

Nel Caffettino di oggi parliamo di social e in particolare di Facebook, che ha iniziato a testare una nuova funzionalità per il suo programma di messaggistica Messenger: uno status che cambia in automatico in base all’attività svolta dall’utente. Come è possibile? Semplicemente, lo status non viene generato da ciò che pubblichiamo intenzionalmente, ma da un algoritmo: in base alla geolocalizzazione, all’accelerometro del cellulare, alla batteria del dispositivo e ad altre informazioni, l’algoritmo pubblica automaticamente lo status dell’utente sotto forma di una emoji. Facebook ha denominato questa nuova funzionalità Auto Status.


Come accennato, al momento l’Auto Status è in fase di test, dato che è ancora nelle primissime fasi di sviluppo: attualmente è disponibile soltanto internamente all’azienda e non è ancora noto se sarà reso pubblico o meno. Oltretutto, molto...

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L'intelligenza artificiale può salvarci dal coronavirus?

Il Caffettino stimola la vostra intelligenza naturale per farvi sentire meglio ogni giorno. Ma oggi, per affrontare le emergenze sanitarie globali si può ricorrere anche a un altro tipo di intelligenza: quella artificiale. Parliamo del coronavirus, mettendo da parte per una volta i toni allarmistici e focalizzandoci su una notizia positiva: l'azienda canadese BlueDot si avvale di un sistema di intelligenza artificiale per aiutarci a prevedere l'andamento dell'epidemia. Si pensi che la BlueDot è riuscita a identificarla lo scorso 31 dicembre, quasi una settimana in anticipo rispetto ai primi allarmi e nove giorni prima dell'annuncio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.


L'algoritmo di BlueDot ha analizzato i notiziari internazionali, incrociato i dati con quelli relativi ai voli aerei e ai bollettini sulle epidemie veterinarie, identificando i segni dell'epidemia. Il tutto grazie a un programma di machine learning ed elaborazione del linguaggio naturale, che...

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Chi Odia Paga. Il sito per le vittime di odio online.

Questo Caffettino è un po' amaro, perché oggi parliamo di odio. Si tratta di un tema che conosciamo bene, anche grazie ai media che spesso riportano notizie di ragazzi bullizzati nelle scuole o di donne molestate dallo stalker di turno, solo per fare alcuni esempi. Ma il problema va oltre questi casi: hate speech, cyberbullismo, revenge porn e diffamazione online sono all'ordine del giorno e dimostrano quanto siamo ancora lontani dall'avere un rapporto sano con il digitale. In ogni caso passiamo alla buona notizia, perché oggi c'è chiodiapaga.it, una piattaforma gratuita che supporta le vittime di odio online e permette loro di denunciare subito un attacco.


Su Chi Odia Paga basta inviare la propria richiesta di aiuto compilando un apposito form. Successivamente un algoritmo, che si avvale della consulenza di avvocati specializzati in reati online, permette di sapere se si è vittime di odio online confrontando il caso in questione con oltre 1.500...

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