Troppe opinioni sul coronavirus?

Gli ingredienti del nostro Caffettino sono sempre i fatti e i dati oggettivi, ma in questo periodo dominato dalle opinioni è difficile trovare spunti per creare contenuti: tutti parlano dell’emergenza coronavirus che ci tiene bloccati in casa per evitare il contagio e ognuno lo fa a modo suo. Non è mia intenzione parlare dell’emergenza in questa sede, ma voglio affrontare proprio il tema delle opinioni da cui siamo bombardati da ogni parte: in un momento in cui servirebbero dati reali, subiamo la miriade di opinioni che arrivano dalla televisione, dalla radio o dai social. Perché quasi tutta l’informazione sta mettendo in secondo piano i fatti concreti in favore dell’interpretazione.


Negli ultimi anni mi sono occupato di argomenti oggettivi, di creazione di contenuti, di KPI e di punti numerici verificabili per scegliere la comunicazione giusta. Ma oggi, proprio come tutti voi, sono di fronte a una situazione particolare in cui le...

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Il valore delle parole nell’emergenza coronavirus.

“Le parole sono importanti”, diceva Nanni Moretti in un film di ormai oltre trent’anni fa. Anche se è passato molto tempo, il concetto è valido ancora di più oggi, ai tempi del coronavirus. In questo Caffettino infatti parliamo del valore delle parole in un momento in cui c’è bisogno di chiarezza, da parte di chi come noi lavora nel mondo della comunicazione. All’inizio di quella che ormai è una pandemia, c’era chi affermava che il coronavirus fosse come un’influenza e non solo: oltre agli esperti della materia, ogni comunicatore trattava il tema a suo modo, anche usando dei vocaboli propri. Ma viviamo in un’epoca in cui le parole spesso sono sminuite e deformate.


Se da un lato cerchiamo di rendere comprensibili i fatti, dall’altro ciascuno finisce per utilizzare un proprio vocabolario, fatto magari di inglesismi o di parole che generano equivoci linguistici digitali: influenza, influencer,...

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Incazzatura da coronavirus? Pazienza.

Lasciatemi indovinare: siete incazzati perché siete già stufi di lavorare in smart working. Tranquilli, non siete soli e questo Caffettino vi aiuterà a capirlo e a comprendere come affrontare la situazione in cui siamo. Oggi infatti non parliamo di notizie o novità tecnologiche, ma ci concentriamo sulle persone e sul loro modo di affrontare questo periodo di incertezza. Sicuramente è un fatto che siamo tutti più nervosi: bloccati in casa ci sentiamo come topi in gabbia e il discorso non vale soltanto per i professionisti o gli startupper, ma anche per i dipendenti e i manager che lavorano nelle aziende, le quali stanno reagendo alla situazione con lentezza e in modo poco concreto.


Magari all’inizio abbiamo approcciato questa nuova modalità lavorativa con slancio e abbiamo affrontato le conference call anche con un certo entusiasmo, cercando di sdrammatizzare e di pensare che questo periodo finirà. Ma poi è entrata...

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CoronaCoin: la speculazione ai tempi del coronavirus.

Nel Caffettino ci siamo già occupati di coronavirus, sia in relazione all’intelligenza artificiale che ci aiuta a prevedere l’andamento dell’epidemia, sia per quanto riguarda la creazione di contenuti ai tempi del virus. Ma oggi non possiamo fare a meno di tornare sull’argomento, perché dopo l’aumento ingiustificato dei prezzi di mascherine e igienizzanti è in atto una nuova speculazione sulla malattia, stavolta nell’ambito dell’economia digitale. Sì, perché recentemente è nato il CoronaCoin: si tratta di una criptovaluta creata da un team di sette sviluppatori, la maggior parte residenti in Europa, che è stata lanciata con un semplice post su Reddit.


Come funziona? All’inizio gli autori dell’iniziativa hanno messo a disposizione un numero di criptovalute pari a quello della popolazione mondiale, di poco superiore ai 7,6 miliardi. Poi ogni quarantotto ore hanno iniziato a...

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I contenuti oltre il coronavirus.

Se siete stanchi di leggere notizie che riguardano esclusivamente il coronavirus, questo Caffettino fa per voi. Oggi infatti parliamo della creazione di contenuti al di là delle tendenze che si impadroniscono dell’informazione, proprio come nel caso del famigerato virus. Non è possibile che i portali, i siti e i quotidiani di ogni Paese parlino soltanto di questo, come se nel mondo non stesse accadendo nient’altro. Eppure, andando sui vari aggregatori di notizie come Google News, sembrerebbe l’esatto contrario. Tra l’altro il fenomeno è molto più esteso di così, perché riguarda anche i siti specialistici, ad esempio quelli che si occupano soltanto di informazione tecnologica.


Ciò accade perché il pubblico è talmente assuefatto alle tendenze che i creatori di contenuti come Youtuber, podcaster o blogger non potrebbero parlare di altro, anche se lo volessero: l’algoritmo non premia i contenuti...

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L'intelligenza artificiale può salvarci dal coronavirus?

Il Caffettino stimola la vostra intelligenza naturale per farvi sentire meglio ogni giorno. Ma oggi, per affrontare le emergenze sanitarie globali si può ricorrere anche a un altro tipo di intelligenza: quella artificiale. Parliamo del coronavirus, mettendo da parte per una volta i toni allarmistici e focalizzandoci su una notizia positiva: l'azienda canadese BlueDot si avvale di un sistema di intelligenza artificiale per aiutarci a prevedere l'andamento dell'epidemia. Si pensi che la BlueDot è riuscita a identificarla lo scorso 31 dicembre, quasi una settimana in anticipo rispetto ai primi allarmi e nove giorni prima dell'annuncio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.


L'algoritmo di BlueDot ha analizzato i notiziari internazionali, incrociato i dati con quelli relativi ai voli aerei e ai bollettini sulle epidemie veterinarie, identificando i segni dell'epidemia. Il tutto grazie a un programma di machine learning ed elaborazione del linguaggio naturale, che...

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