CoronaCoin: la speculazione ai tempi del coronavirus.

Mar 04, 2020

Nel Caffettino ci siamo già occupati di coronavirus, sia in relazione all’intelligenza artificiale che ci aiuta a prevedere l’andamento dell’epidemia, sia per quanto riguarda la creazione di contenuti ai tempi del virus. Ma oggi non possiamo fare a meno di tornare sull’argomento, perché dopo l’aumento ingiustificato dei prezzi di mascherine e igienizzanti è in atto una nuova speculazione sulla malattia, stavolta nell’ambito dell’economia digitale. Sì, perché recentemente è nato il CoronaCoin: si tratta di una criptovaluta creata da un team di sette sviluppatori, la maggior parte residenti in Europa, che è stata lanciata con un semplice post su Reddit.


Come funziona? All’inizio gli autori dell’iniziativa hanno messo a disposizione un numero di criptovalute pari a quello della popolazione mondiale, di poco superiore ai 7,6 miliardi. Poi ogni quarantotto ore hanno iniziato a eliminarne una parte proporzionata ai nuovi casi di contagio o ai decessi dovuti alla malattia: il CoronaCoin aumenta di valore in base al numero delle criptovalute in circolazione, configurandosi come una valuta deflazionistica. Le critiche sono arrivate subito, ma i responsabili affermano che è una speculazione come un’altra e che il 20% del valore legato alla criptovaluta andrà alla Croce Rossa proprio per sostenere la lotta al coronavirus.


Mentre il CoronaCoin lucra sulla salute delle persone, Amazon dal canto suo è intervenuta per mettere fine a un’altra forma di speculazione alla quale abbiamo accennato all’inizio: la piattaforma ecommerce ha deciso di non accettare più né le speculazioni sui prezzi, né la vendita di prodotti accompagnati da una descrizione non conforme a quanto realmente offerto, come nel caso delle mascherine vendute a 300 euro. Una presa di posizione necessaria, ma arrivata tardivamente se pensiamo che sono trascorsi circa tre mesi da quando le notizie sul coronavirus iniziavano a circolare online e che da un mese ormai chiunque è a conoscenza della malattia.


Il CoronaCoin e le vendite ecommerce sono due esempi lampanti di come il fenomeno del coronavirus porti con sé la speculazione. Ma perché? Il fatto è che oggi basta lanciare un trend per far sì che diventi virale e che alla fine qualcuno ci guadagni anche economicamente. Parliamo di speculatori senza troppi scrupoli, ma bisogna ammettere che in qualche modo sono fenomeni del marketing: ogni marketer sa lavorare quando va tutto bene, ma pochi si muovono agilmente anche nelle situazioni critiche. Costoro riescono rapidamente a cambiare il mercato a proprio favore, grazie alla capacità di prevedere il futuro anche nei momenti drammatici.


E voi cosa ne pensate?


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