Incazzatura da coronavirus? Pazienza.

Mar 11, 2020

Lasciatemi indovinare: siete incazzati perché siete già stufi di lavorare in smart working. Tranquilli, non siete soli e questo Caffettino vi aiuterà a capirlo e a comprendere come affrontare la situazione in cui siamo. Oggi infatti non parliamo di notizie o novità tecnologiche, ma ci concentriamo sulle persone e sul loro modo di affrontare questo periodo di incertezza. Sicuramente è un fatto che siamo tutti più nervosi: bloccati in casa ci sentiamo come topi in gabbia e il discorso non vale soltanto per i professionisti o gli startupper, ma anche per i dipendenti e i manager che lavorano nelle aziende, le quali stanno reagendo alla situazione con lentezza e in modo poco concreto.


Magari all’inizio abbiamo approcciato questa nuova modalità lavorativa con slancio e abbiamo affrontato le conference call anche con un certo entusiasmo, cercando di sdrammatizzare e di pensare che questo periodo finirà. Ma poi è entrata in gioco l’incazzatura e abbiamo perso il controllo della situazione. Questo perché stando chiusi in casa non ci sentiamo a nostro agio e non vediamo l’ora di dire addio allo smart working per tornare in ufficio. Il problema però non è lo smart working in sé, quanto il coronavirus. E se tutti quanti saremo capaci di stare a casa utilizzando il nostro tempo nel modo più proficuo possibile, la situazione dovrebbe normalizzarsi.


In ogni caso, domenica ho scritto un post su Facebook per sapere come state vivendo questo momento e dalle vostre risposte, che sono state moltissime, ho capito che tutti abbiamo paura delle conseguenze economiche del coronavirus. D’altronde questo è normale, dato che non c’è professionista, imprenditore o dipendente che sappia per quanto tempo durerà questa condizione che ci rende così nervosi e irascibili. Il punto è che a quanto ne sappiamo attualmente non c’è una soluzione: non esiste un esperto che possa rassicurarci dicendoci quando finirà questo periodo e le cose torneranno alla normalità. Ma noi come persone qualcosa possiamo fare.


La nostra personale soluzione può essere la pazienza. Si tratta di qualcosa che non va più di moda, ma che potrebbe davvero risolvere il problema. Non si tratta semplicemente di aspettare che passi il periodo critico, ma di aspettare con la consapevolezza che è giusto farlo e ascoltando chi ne sa più di noi. E da questa considerazione si arriva a un ragionamento che riguarda il nostro mondo, quello del digitale: siamo tutti abituati a cercare su Google o sui nostri portali d’informazione preferiti le soluzioni ai problemi e, quando come in questo caso non le troviamo, restiamo spiazzati. Invece dovremmo avere pazienza e agire ogni giorno come delle persone intelligenti.


E voi cosa ne pensate?


Fatemelo sapere scrivendo a [email protected]


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Buon ascolto e condividete!

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