Tra i cinque podcast del Caffettino che ho pubblicato questa settimana, la mia community ha preferito quello di giovedì 20 gennaio, dedicato a Instagram e in particolare alla probabile fine dell’importanza temporale all’interno del proprio feed.
Infatti, secondo recenti rumors, Instagram starebbe per modificare l’unica cosa che è sempre rimasta invariata all’interno del social: la griglia del profilo personale. A rivelarlo è il programmatore e divulgatore Alessandro Paluzzi, che ha trovato una funzionalità all’interno di un’app beta di Instagram dal nome “modifica griglia”. Dai tweet di Paluzzi sembrerebbe che la funzione servirà per trascinare e rilasciare i post nella griglia all’interno del nostro profilo, permettendoci di modificare a piacimento l’ordine dei contenuti. Attualmente, invece, la griglia mostra i post dell’utente dal più al meno recente, risultando poco utile e allo stesso tempo non maneggevole.
Naturalmente però bisogna frenare l’entusiasmo: questa funzionalità p...
Giovedì 22 aprile, durante il mio Live Show, ho intervistato Rossella Pivanti, audio producer specializzata nella creazione di branded podcast, serie audio e audiodocumentari. Entrando nel vivo dell’argomento, le ho chiesto perché secondo lei un’azienda oggi deve fare podcast. A suo parere, per tanti anni alle aziende è stato detto di puntare sull’immagine, poi sul “metterci la faccia” e infine sui contenuti video. Oggi invece bisogna puntare sulla voce. Perché i brand attualmente hanno un logo, un colore, un’immagine o il volto di qualcuno, ma non hanno una voce: escludendo Autostrade e Trenitalia, gli altri brand infatti devono ancora capire che voce e che accento hanno.
A proposito di accenti, il problema di alcuni clienti che si avvicinano al mondo dei podcast è che sono alla ricerca di doppiatori perfetti e non di voci. Per Rossella il doppiaggio è un lavoro nobilissimo, ma utilizza linguaggi ed espressioni di determinati ambiti: dal pubblicitario al televisivo, dal radiofonico...
Nel mio Live Show di giovedì 25 febbraio ho avuto un grande ospite: Josè Compagnone, esperto di UI e UX. Per dirlo con parole semplici, Josè si occupa di interfacce digitali e dell’esperienza degli utenti. A suo parere, se la user experience è un termine ormai abusato, non si parla mai di bad experience, perché i problemi legati all’usabilità si vedono solo quando ci sono: quando non ci sono, invece, significa che è stata fatta un’ottima catalogazione degli errori e che è stato risolto tutto. Un altro tema di cui si parla da tempo è l’umanizzazione delle interfacce: dal suo punto di vista l’unica cosa che conta è che l’azienda, comunicando anche attraverso il digitale, deve essere in grado di trasferire informazioni, fatti e notizie importanti per l’utente in modo che questo comprenda le argomentazioni di vendita, i vantaggi e la convenienza di un dato prodotto.
Il fatto è che l’azienda ha tante cose da dire a fronte di uno spazio molto ridotto, che è quello dello schermo. Senza con...
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