Rossella Pivanti. Presente e futuro del podcast.

Giovedì 22 aprile, durante il mio Live Show, ho intervistato Rossella Pivanti, audio producer specializzata nella creazione di branded podcast, serie audio e audiodocumentari. Entrando nel vivo dell’argomento, le ho chiesto perché secondo lei un’azienda oggi deve fare podcast. A suo parere, per tanti anni alle aziende è stato detto di puntare sull’immagine, poi sul “metterci la faccia” e infine sui contenuti video. Oggi invece bisogna puntare sulla voce. Perché i brand attualmente hanno un logo, un colore, un’immagine o il volto di qualcuno, ma non hanno una voce: escludendo Autostrade e Trenitalia, gli altri brand infatti devono ancora capire che voce e che accento hanno.

A proposito di accenti, il problema di alcuni clienti che si avvicinano al mondo dei podcast è che sono alla ricerca di doppiatori perfetti e non di voci. Per Rossella il doppiaggio è un lavoro nobilissimo, ma utilizza linguaggi ed...

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Scuola e lavoro da remoto anche nel futuro prossimo?

Questo Caffettino è una miscela di notizie cattive e buone. Se da un lato infatti ciò che sta accadendo nel nostro Paese e nel mondo ci preoccupa tendendoci letteralmente con il fiato sospeso, dall’altro stanno cambiando le nostre abitudini di ogni giorno, anche in senso positivo: parliamo del lavoro e dello studio da remoto che stanno prendendo piede nelle aziende, nelle scuole e nelle università. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, gli uffici sono vuoti e mentre in alcune aziende i dipendenti sono in ferie, in altre le persone stanno lavorando da casa. Ma questo smart working obbligato ha l’effetto di migliorare le performance dei lavoratori oppure di ridurle?


Già da qualche anno lo smart working si stava facendo largo in diverse aziende italiane, ma oggi naturalmente molte realtà stanno accelerando fortemente l’adozione di questa soluzione. E stando a ciò che ho potuto capire da amici, colleghi e chi mi segue sui...

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Simon Weckert: l'artista che ha ingannato Google Maps.

Vi fidate al 100% di Google Maps? Ebbene, questo Caffettino vi rivela che anche il sistema di navigazione più noto al mondo può essere tratto in inganno: qualche giorno fa l'artista tedesco Simon Weckert ha condotto un esperimento molto particolare, facendo credere a Google Maps che alcune strade fossero congestionate dal traffico e di conseguenza deviandolo su altri percorsi. Come ha fatto? Weckert ha messo in un carrellino rosso novantanove smartphone con Google Maps avviato e poi lo ha trascinato a piedi lungo diverse vie di Berlino. L'alta concentrazione di telefoni e la lentezza del loro movimento ha fatto credere a Google Maps che quelle strade fossero intasate.


L'applicazione infatti determina le condizioni del traffico in base all'andamento degli utenti che stanno usando le mappe, aggiornandole in tempo reale sulla base delle informazioni condivise proprio dagli automobilisti. In questo caso, la piattaforma di Google ha ipotizzato che i novantanove dispositivi...

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