Rossella Pivanti. Presente e futuro del podcast.

Giovedì 22 aprile, durante il mio Live Show, ho intervistato Rossella Pivanti, audio producer specializzata nella creazione di branded podcast, serie audio e audiodocumentari. Entrando nel vivo dell’argomento, le ho chiesto perché secondo lei un’azienda oggi deve fare podcast. A suo parere, per tanti anni alle aziende è stato detto di puntare sull’immagine, poi sul “metterci la faccia” e infine sui contenuti video. Oggi invece bisogna puntare sulla voce. Perché i brand attualmente hanno un logo, un colore, un’immagine o il volto di qualcuno, ma non hanno una voce: escludendo Autostrade e Trenitalia, gli altri brand infatti devono ancora capire che voce e che accento hanno.

A proposito di accenti, il problema di alcuni clienti che si avvicinano al mondo dei podcast è che sono alla ricerca di doppiatori perfetti e non di voci. Per Rossella il doppiaggio è un lavoro nobilissimo, ma utilizza linguaggi ed espressioni di determinati ambiti: dal pubblicitario al televisivo, dal radiofonico...

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Il valore delle parole nell’emergenza coronavirus.

“Le parole sono importanti”, diceva Nanni Moretti in un film di ormai oltre trent’anni fa. Anche se è passato molto tempo, il concetto è valido ancora di più oggi, ai tempi del coronavirus. In questo Caffettino infatti parliamo del valore delle parole in un momento in cui c’è bisogno di chiarezza, da parte di chi come noi lavora nel mondo della comunicazione. All’inizio di quella che ormai è una pandemia, c’era chi affermava che il coronavirus fosse come un’influenza e non solo: oltre agli esperti della materia, ogni comunicatore trattava il tema a suo modo, anche usando dei vocaboli propri. Ma viviamo in un’epoca in cui le parole spesso sono sminuite e deformate.


Se da un lato cerchiamo di rendere comprensibili i fatti, dall’altro ciascuno finisce per utilizzare un proprio vocabolario, fatto magari di inglesismi o di parole che generano equivoci linguistici digitali: influenza, influencer, video virale, virus virale, contatto, contagio. Sono alcuni esempi di vocaboli che possono crea...

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Emoji: il linguaggio del futuro?

Bentornati al Caffettino. Oggi parliamo di emoji e in particolare di chain text: letteralmente significa testo o messaggio a catena, più semplicemente la definizione si riferisce a frasi composte da parole che sono un mix di lettere ed emoji. I chain text si chiamano così perché sono i successori delle catene di Sant’Antonio che ricevevamo via mail diversi anni fa. Sono nati intorno al 2015 sui social anglosassoni, dato che la lingua inglese si presta particolarmente ai giochi di parole. E da allora il fenomeno è cresciuto esponenzialmente fino ad arrivare anche in Italia, dove al momento però è ancora di nicchia.

Come sappiamo le emoji, faccine o simboli più o meno divertenti, stanno rivoluzionando il linguaggio sui social network e sui social media in generale. Il fenomeno dei chain text però va oltre l’utilizzo di una semplice icona per esprimere un concetto: si tratta di veri e propri rebus che, fondendo testo ed emoji, richiedono abilità sia nella scrittura che nel decifrare i gioc...

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