Fake news e AI: secondo l'UE servono etichette per i contenuti

Jun 11, 2023

La questione viene posta dalla vicepresidente della Commissione europea Věra Jourová. Le piattaforme digitali che ospitano contenuti - Google, Facebook, TikTok e altre realtà che hanno già aderito all'accordo per combattere la disinformazione - dovrebbero affrontare il problema delle fake news generate dall'AI.

Nello specifico, le aziende che integrano l'intelligenza artificiale generativa come ChatGPT e Bard dovrebbero tutelare gli utenti per ostacolare i malintenzionati che generano notizie false.

Questa presa di posizione è stata espressa in un tweet pubblicato sul profilo ufficiale Twitter di Věra Jourová in cui si chiariscono alcuni punti fondamentali. Ecco le parole della vicepresidente della Commissione europea - anche responsabile per coordinare le politiche sui valori e la trasparenza:

"Freedom of speech belongs to humans, not machines. These services cannot be used by malicious actors to generate disinformation. Such content must be recognized and clearly labelled to users".

Secondo la Jourová, il concetto relativo alla libertà di parola appartiene agli umani e non alle macchine. I servizi che agevolano la pubblicazione di fake news generate dall'AI non possono essere utilizzati da malintenzionati per generare disinformazione. I contenuti devono avere elementi di riconoscimento.

Codice di condotta contro disinformazione

Il 25 agosto si avvicina, in questa data entrerà in vigore il Digital Services Act europeo. Ovvero un insieme di norme per avere uno spazio digitale sicuro, con l'obiettivo di tutelare i diritti dei cittadini e creare condizioni di parità per innovare e far crescere la competitività nel mercato europeo e globale.

ai fake news

L'iniziativa, avviata nel 2018, impone un Codice di Condotta contro la disinformazione che le aziende devono osservare per garantire trasparenza e moderazione dei contenuti. Non è obbligatorio, infatti Twitter ha deciso di non fare parte all'accordo. Ma questo significa attirare i controlli delle autorità:

Abbandonando il Codice, Twitter ha raccolto su di sé molta attenzione e ora il rispetto delle leggi europee da parte sua  sarà oggetto di attento scrutinio.

Queste sono le parole di Věra Jourová. "Se Twitter vuole operare e fare soldi nel mercato europeo deve rispettare le nostre norme e prendere le misure appropriate". Quindi deve osservare anche il Codice di Condotta contro la disinformazione che, come anticipato, entrerà in vigore il 25 agosto 2023.

Ad oggi abbiamo 44 firmatari, tra cui Facebook, Google, YouTube e TikTok. Elon Musk ha da tempo intrapreso la sua battaglia per sostenere il free speech, la libertà di parola senza alcun controllo. Quindi, secondo l'UE, Twitter ha intrapreso la strada più difficile, ovvero quello dello scontro istituzionale.

I timori della politica e i limiti tecnici

Perché tutta questa attenzione per le fake news e l'intelligenza artificiale? Perché c'è bisogno di un'etichetta per riconoscere e filtrare questi contenuti? Qui entra in gioco la politica con la P maiuscola.

La possibilità, diffusa e condivisa, di generare in pochi secondi grande quantità di contenuti verosimili ma falsi - sia testuali che multimediali, quindi visual e audio - può diventare difficile da gestire. Soprattutto se questi strumenti vengono utilizzati da malintenzionati e/o estremisti di qualsiasi bandiera.

O per affrontare situazioni come quella del Papa che indossa un piumino bianco in stile Balenciaga.

Senza dimenticare uno degli ultimi casi di immagini fake in cui è stata generata e condivisa - con chiaro intento disinformativo - sui social un'immagine di un'ipotetica esplosione al Pentagono (fonte Sky).

Ma poi, come si può aggiungere un'etichetta ai contenuti generati con l'intelligenza artificiale? Quale sarà la mano capace di riconoscere le grandi quantità di post che potrebbero essere generati e pubblicati?

Ci vuole un'intelligenza artificiale per gestire l'intelligenza artificiale ma questo è il vero problema. Attualmente non riusciamo neanche a gestire in modo efficace gli account Instagram clonati.

Quindi, molto bene scoprire che l'UE si sia mossa per gestire questo aspetto così delicato. Ma è vero che i limiti tecnici ci sono e dobbiamo capire come affrontarli. Nel frattempo restiamo in attesa per osservare e commentare le evoluzioni che porterà l'entrata in vigore del Digital Services Act nell’UE.

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