C'è una modella creata dall'AI che guadagna 10.000 Euro al mese

Aitana Lopez è una influencer spagnola, di Barcellona, che guadagna 10.000 Euro al mese. Interessante ma tutto nella norma, almeno fino a quando non leggiamo le dichiarazioni di Il punto è che, in realtà, non esiste: Rubeñ Cruz, fondatore e direttore creativo dell'agenzia di modelle The Clueless, ha dichiarato che:

"We started analysing how we were working and realised that many projects were being put on hold or cancelled due to problems beyond our control. Often it was the fault of the influencer or model and not due to design issues".

Classici problemi di un'azienda: si analizzano le evoluzioni del proprio lavoro e l'agenzia si rende conto che molti progetti venivano sospesi o cancellati a causa di problemi indipendenti dal proprio operato. Spesso era colpa dell'influencer, non della campagna. Quindi nasce l'idea: lo creiamo noi, con l'AI.

Anzi, la creiamo. Aitana Lopez viene generata con questo obiettivo, ovvero avere una modella idealtipica. Ma con una vita social indipendente, con un suo profilo su Instagram che al momento naviga verso i 200.000 follower. Budget? In media 3.000 Euro al mese ma ne può raggiungere 10.000.

Le caratteristiche del progetto Aitana

In primo luogo, sempre riprendendo le parole del creatore Rubén Cruz, sappiamo che sul profilo Instagram di Aitana (www.instagram.com/fit_aitana) non troviamo solo una carrellata di foto generate dall'AI ma una personalità completa. Quindi c'è na bio, ci sono delle didascalie, c'è uno storytelling.

Uno storytelling che permette di guadagnare circa 1.000 Euro per la singola promozione. E che è presente anche su altre piattaforme. Ad esempio su Fanvue, simile a Onlyfans, carica foto di lingerie. Ma quali sono i passaggi fondamentali che hanno decretato il successo di Aitana? Non basta l'aspetto fisico:

"In the first month, we realised that people follow lives, not images. Since she is not alive, we had to give her a bit of reality so that people could relate to her in some way. We had to tell a story,"

I creatori della influencer digitale si sono resi conto che le immagini non erano sufficienti: serviva una narrazione. Così è stata immaginata una personalità, con le sue caratteristiche e le passioni da mostrare al pubblico. Tutto studiato a tavolino. Obiettivo dichiarato: iniziare a rendersi indipendenti dal mercato degli influencer in carne e ossa, difficili da gestire e interessati solo a guadagnare posando per un brand.

Come procede questo progetto?

Tecnicamente bene, sappiamo che l'account cresce e le persone fanno difficoltà a capire che si tratta di un'immagine generata con l'intelligenza artificiale (e migliorata con un po' di Photoshop). 

Molte persone commentano rivolgendosi direttamente a una possibile persona umana e, confermano i responsabili, il profilo riceve un buon numero di messaggi privati. Anche da account di personaggi pubblici che non si rendono conto che in realtà Aitana Lopez non esiste. Almeno non in carne e ossa.

Abbiamo parlato dell'influencer che crea la sua versione digitale e sappiamo che esistono altri casi simili. Come quello di Milla Sofia e altre Fully AI-Generated Influencer che ammettono di essere frutto di prompt sempre più raffinati. Nel caso di Atana, però, tutto diventa un po' meno chiaro.

È questo il modello che vogliamo raggiungere?

Stiamo parlando di immagini senza imprecisioni. Sembra un ritorno alle origini rispetto allo sviluppo di una comunicazione inclusiva che non deve per forza riprodurre e trasmettere l'assenza di difetti fisici. Perché, in sintesi, non utilizzare l'AI per rappresentare chi siamo realmente con tutti i nostri difetti?

E poi, parlando alle piattaforme social (tipo Meta): quando avremo il bollino per riconoscere e definire in modo chiaro la presenza di un'immagine generata con l'intelligenza artificiale? Non tutti sono in grado di riconoscere il frutto di Midjourney o Stable Diffusion e avere un singolo hashtag #aimodel in bio non è sufficiente. Almeno non per stabilire una comunicazione chiara e trasparente con i follower.