WhatsApp: catene ridotte del 70% dopo il limite di inoltro dei messaggi.

Apr 28, 2020

Del Caffettino potete sempre fidarvi, perché le nostre notizie provengono da fonti autorevoli e verificate. Spesso invece siamo inondati di informazioni la cui autenticità è più che dubbia, specialmente quando arrivano da contatti privati o gruppi di chat. Infatti i programmi di messaggistica come WhatsApp sono stati spesso abusati per diffondere informazioni false, che hanno generato vere e proprie catene di Sant’Antonio, con il risultato di confondere sempre più chi riceve la notizia. Ma ora le cose sono cambiate, perché WhatsApp ha introdotto il limite di inoltro di un messaggio a un singolo contatto o a un solo gruppo, disincentivando quindi le fake news.

I primi dati dopo l’introduzione di questo limite ci dicono che le famigerate catene di Sant’Antonio si sono ridotte di ben il 70%. Si tratta di un grande successo per l’app di messaggistica instantanea di proprietà di Facebook, in linea con la guerra alle fake news dichiarata dal gruppo di Mark Zuckerberg in questo periodo di coronavirus. Una presa di posizione che oggi si traduce in dati oggettivi, ossia in una percentuale molto consistente. Noi addetti ai lavori, spesso, riportiamo infatti le dichiarazioni di principio di questi grandi gruppi, ma difficilmente possiamo contare su dati statistici che ci diano prova della loro effettiva incidenza sulla realtà quotidiana.

Le catene di Sant’Antonio sono particolarmente insidiose perché, quando un ampio gruppo di persone riceve contemporaneamente messaggi anche palesemente assurdi magari con la raccomandazione di inoltrarli, rischiano di trasformare i destinatari in potenziali diffusori di false notizie. Perché c’è sempre qualcuno che si lascia trarre in inganno, inoltrando a sua volta i messaggi ad altre persone e contribuendo al prolungamento della catena. Si potrebbe dare la colpa a questi individui sprovveduti, ma il dato di oggi ci dimostra come sia fondamentale che le grandi piattaforme quali ad esempio Facebook, Google e Amazon facciano la loro parte.

WhatsApp contribuisce a questo sforzo ribadendo ancora una volta la sua natura di servizio di messaggistica tra privati. Una caratteristica che si dimostra sempre più prevalente nel futuro dei social, che stanno passando dall’essere bacheche per la diffusione di massa di contenuti a strumenti per lo cambio di informazioni tra piccoli gruppi. D’altra parte la battaglia contro le fake news è ancora lunga e non basta bloccare le catene di Sant’Antonio per vincerla. Ad oggi infatti mancano ancora soluzioni efficaci che si avvalgano di algoritmi e criteri automatici per distinguere una notizia vera da una falsa. E il controllo umano resta ancora imprescindibile.

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