Mercato della tecnologia a consumo: Italia +35,6%. Ma è davvero in positivo?

Jun 16, 2020

Con il nostro Caffettino potete gustare ogni giorno notizie, informazioni e consigli direttamente dal vostro pc, tablet o cellulare. Oggi parliamo proprio di questi device e più in particolare dell’andamento delle loro vendite. Partiamo subito da un dato molto interessante: tra il 25 e il 31 maggio di quest’anno il mercato della tecnologia a consumo in Italia ha registrato un giro d’affari di 200 milioni di euro, con un incremento del +35,6% rispetto allo stesso periodo del 2019. In realtà sarebbe meglio guardare il trend più generale, secondo cui nel 2020 le vendite di pc, tablet e telefoni subiranno una flessione del 13,6% su scala globale, con 1,9 miliardi di unità.

Secondo questa previsione, che arriva dalla nota società di consulenza Gartner, mentre il comparto dei pc dovrebbe subire una flessione del 10,5%, quello degli smartphone sarà il più colpito. Le consegne dei cellulari diminuiranno infatti del 14,6% scendendo sotto gli 1,5 miliardi di unità, mentre gli smartphone registreranno un calo del 13,7% a 1,3 miliardi. Come ci spieghiamo tutto ciò? Il fatto è che non esiste più la novità di avere un cellulare con delle funzioni molto più avanzate rispetto a quello precedente. Gli smartphone infatti hanno incorporato delle caratteristiche e funzionalità così avanzate da far sì che il loro ciclo di vita risulti molto più lungo.

Di conseguenza, la tendenza degli ultimi anni è mantenere il proprio cellulare per più tempo, perché l’acquisto di un nuovo modello non porta al consumatore vantaggi tali da giustificarne la spesa. Lo stesso discorso vale anche per i computer, specialmente per i pc desktop, che ormai non utilizza più quasi nessuno, dal momento che molte delle attività che prima si facevano al computer oggi possono essere tranquillamente svolte attraverso altri dispositivi. I fissi in particolare non hanno la flessibilità di un portatile. Senza contare che ormai le aziende mettono a disposizione computer e software, disincentivandone l’acquisto da parte dei propri collaboratori.

È anche interessante capire come nell’ambito di una flessione generale, il periodo tra il 25 e il 31 maggio abbia invece visto crescere le vendite. Dopo il primo momento di lockdown, in cui l’unico contatto con il mondo è stato garantito dall’utilizzo dei nostri device, molte più persone si sono rese conto della necessità di aggiornarsi acquistando nuovi modelli. Probabilmente sono coloro che all’inizio si sono un po’ arrangiati, rispolverando dalle soffitte i vecchi computer, facendoseli prestare o comprando prodotti di seconda mano. Poi si sono resi conto che questo periodo di remote working ha prospettive più lunghe e a maggio hanno sostenuto la domanda d’acquisto.

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