Tre consigli per NON fare startup.

Jul 07, 2020

Il Caffettino di oggi è dedicato al mondo delle startup. Si tratta di un argomento che può essere affrontato da moltissimi punti di vista, ma dalla mia prospettiva, che riporto nel libro Startup di Merda, più che altro il ragionamento da farsi è: è giusto o meno creare una startup? È il momento ideale per lanciarsi in una nuova impresa come questa? Ebbene, l’altro giorno ero al telefono con un investitore e abbiamo ragionato insieme sulle tre domande potenziali che dovremmo farci se volessimo aprire una nuova startup. Si tratta di domande che possono rappresentare dei veri e propri consigli da seguire prima di mettersi all’opera e che voglio condividere con voi.

 

  • La prima domanda è: come mai non l’hanno fatto gli altri prima di noi? Di norma quando ci viene in mente di creare una startup partiamo da qualcosa che ancora non esiste, ma questo può rappresentare un problema. Infatti, dato che il mondo è grande, il fatto che nessuno abbia realizzato quell’idea prima di oggi significa che nel 99% dei casi non ha mercato. Pensiamo ad Amazon: quando ha aperto questo e-commerce di libri ne esistevano già tantissimi. Stesso discorso vale per Google, che è nato quando già c’erano molti motori di ricerca, Yahoo in primis. Perciò possiamo affermare che tutti i grandi successi non derivano da idee eccezionali, ma da capacità, procedure e operatività eccezionali. In sostanza, se qualcosa non esiste probabilmente è giusto che sia così.

 

  • La seconda domanda da farci è: di quante persone ho bisogno per realizzare la mia idea? Il mio concetto di startup è quello di una realtà senza dipendenti e senza uffici. Insomma, senza struttura tradizionale. Al contrario, se la realizzazione di una startup inizialmente richiede fatica e capitali ingenti per avere appunto dipendenti e uffici, c’è qualcosa che non va. In questo caso, il punto da tenere presente è: se una startup non funziona con pochissimo capitale, grazie a un’intuizione e mediante l’automazione delle operazioni, molto probabilmente non conviene aprirla e vale invece la pena avviare un’azienda tradizionale.

 

  • Arriviamo all’ultima domanda: quanti anni della mia vita posso dedicare al mio progetto senza guadagnare un centesimo e nella maggior parte dei casi investendo del capitale? Magari infatti abbiamo un’idea che funziona, che esiste già e che ci permette di copiare dei modelli, ma a questo punto dobbiamo chiederci come facciamo a sopravvivere. Se siamo disposti a investire un massimo di tre anni nella nostra startup, allora possiamo prendere seriamente in considerazione l’idea di portare avanti il nostro progetto. Ma se al contrario abbiamo bisogno di denaro, non abbiamo tempo o abbiamo altre priorità, allora forse anche in questo caso conviene rimettere nel cassetto il nostro sogno di aprire una startup.

 

E voi cosa ne pensate?

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Buon ascolto e condividete! 

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