Quali startup possono beneficiare della crisi da coronavirus?

May 06, 2020

Startup, imprese, business. Il nostro Caffettino di oggi ruota intorno a queste tematiche, che possono rivelarsi estremamente utili per migliorare le nostre abilità di imprenditori e di professionisti. In particolare, la domanda da cui partiamo oggi è se ci sono startup che possono o potranno trarre profitto dall’emergenza dovuta al Covid-19. Il tema delle startup nate dalle crisi economiche fa parte di una consolidata retorica a cui si fa spesso riferimento durante gli eventi dedicati alle nuove aziende, in cui si paragonano i momenti di difficoltà a quelli di grande ripresa e ci viene raccontato come non bisogna sprecare le grandi occasioni durante i momenti di crisi.

Ma per capire quali prospettive hanno le startup in relazione al periodo che stiamo vivendo, dobbiamo fare un passo indietro e andare all’ultima grande crisi economica che abbiamo vissuto. Parliamo di quella del 2008, successiva allo scoppio della bolla immobiliare americana, che ha portato al crollo delle grandi banche d’affari e al ridimensionamento di Goldman Sachs, oltre che al fallimento di Lehman Brothers e di molte altre aziende con una lunga storia alle spalle. Ebbene, in piena crisi, nel biennio 2008-2009, sono nate moltissime startup come Dropbox, WhatsApp, Slack, Zendesk, Groupon, Uber e successivamente, nel 2010, Instagram e Pinterest.

In breve, in un momento in cui sembrava che il mondo finanziario come lo conoscevamo stesse per finire, hanno visto la luce diversi colossi digitali che attualmente dominano il mondo del tech. E oggi, in piena crisi da coronavirus, che ruolo hanno e avranno le startup? Sicuramente uno di primo piano, non soltanto perché fanno innovazione offrendoci nuove soluzioni, ma anche perché in virtù della loro mortalità molto alta resteranno sul mercato soltanto quelle migliori, in grado di generare profitto e di risolvere i problemi. Inoltre le startup avranno un ruolo anche nel mondo finanziario, perché permetteranno agli investitori di diversificare il proprio business. Come?

Questi ultimi potranno evitare di investire tutti i capitali nell’immobiliare o nelle azioni tradizionali, ma potranno puntare anche sulle startup. Potrebbe essere una scelta rischiosa, ma se si punta sulla startup giusta gli investimenti sono molto remunerativi. Quindi possiamo fidarci del mondo startup, anche se guardando alla realtà italiana si vede come l’opinione pubblica, il governo e la politica abbiano dimenticato queste realtà, dando priorità alle piccole botteghe e alle imprese tradizionali. Il mio augurio è che invece si riparta anche dalle startup, che come nel 2008 possono essere una risorsa per risollevare il mercato nazionale e, perché no, dell’intera Europa.

E voi cosa ne pensate?

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