Startup: le classifiche non servono a nulla.

Sep 29, 2020

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Benvenuti al Caffettino, dove ogni giorno ci incontriamo come se fossimo davanti alla macchinetta del caffè per parlare di business, social, digitale e non solo. Oggi parliamo di startup, un argomento che mi sta molto a cuore non soltanto perché ho scritto “Startup di Merda”, ma anche perché sono appassionato di questo mondo e perché ogni tanto aiuto qualche startup a sviluppare i suoi progetti. In particolare, andiamo ad analizzare un fenomeno a mio parere molto importante soprattuto in Italia: il nostro Paese infatti si distingue per l’elevato numero di premi, classifiche e pitch di startup, ossia le presentazioni che queste imprese fanno per presentarsi ai finanziatori.

Ma c’è un problema connaturato a questa situazione: sembra quasi che il processo naturale di una startup sia creare la società per potersi candidare ai vari premi e vincerli, pensando solo in seguito al prodotto e all’esecuzione. In realtà le cose dovrebbero funzionare totalmente al contrario: una startup dovrebbe pensare che quei premi, legati a eventi pubblici, possono essere anche funzionali rispetto al suo scopo, ma non rappresentano il suo percorso. Perciò per le startup non dovrebbe essere importante arrivare prime nei premi, quanto iniziare a sviluppare il proprio MVP, cioè il prodotto minimo funzionante con il più alto ritorno sugli investimenti rispetto al rischio.

Una volta sviluppato il MVP, quindi il prodotto basilare da introdurre nel mercato, le startup dovrebbero fare dei test e concentrarsi sulla propria esecuzione e sul proprio sviluppo. Di conseguenza, dovrebbero focalizzarsi di meno sugli eventi dal vivo. Invece c’è un vero e proprio fenomeno di startup che partecipano soltanto a premi, raccogliendo qualche decina di migliaia di euro da una parte e dall’altra, ma senza sviluppare il prodotto. Ciò che dimenticano è che la priorità non sono questi soldi, quanto far sì che la loro attività funzioni. Anche perché racimolare un po’ di denaro può servire soltanto ad andare avanti per un po’ di tempo oppure a pagare l’advertising.

Quello che manca spesso è una conoscenza reale di ciò che è davvero il mondo delle startup. Come abbiamo accennato, è necessario realizzare un prodotto e lavorare, al di là dei premi e degli eventi che lasciano il tempo che trovano. Anzi, voglio dare un suggerimento alle startup: non dico che sia giusto essere poco visibili, ma è bene pensare alle priorità. Bisogna dedicare il tempo giusto alle cose importanti e non soltanto al mondo della comunicazione. Certamente anche quest’ultimo è importante, ma non mi stanco di ripetere che in primis ci vuole il prodotto. E se avete una startup potremmo anche incontrarci da qualche parte, magari però non a un evento.

E voi cosa ne pensate?

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