Di cosa parlerà la pubblicità nel futuro post Covid-19?

May 25, 2020

Quali temi e linguaggi adotterà la pubblicità in seguito all’emergenza coronavirus? Nel Caffettino di oggi rispondiamo a questa domanda, capendo insieme dal punto di vista del marketing e dei contenuti di che cosa si potrà parlare e di che cosa no all’interno degli spot televisivi. Naturalmente con la Fase Uno oltre al mondo del cinema e delle produzioni televisive si è bloccato anche quello degli spot commerciali: in questo periodo sono andati in onda vecchi spot, oppure le pubblicità hanno utilizzato video provenienti da library o hanno mostrato videoconferenze in Zoom e in Meet per raccontare la vita quotidiana delle famiglie durante il lockdown. E adesso?

Con la Fase Due il mondo degli spot commerciali riparte con nuove regole e un nuovo protocollo di sicurezza, con l’obiettivo di creare un cosiddetto “new normal”, ossia una nuova normalità. A definire il nuovo protocollo è Karim Bartoletti, partner e executive producer della casa di produzione Indiana: le norme per la ripartenza del settore delle produzioni pubblicitarie prevedono che negli ambienti chiusi ci siano al massimo due persone senza mascherina davanti alla telecamera, a distanza di due metri l’una dall’altra. All’aperto, invece, all’interno di un’inquadratura potranno esserci al massimo otto persone, anche in questo caso ben distanziate tra loro.

A questo punto l’ulteriore domanda che ci poniamo è: ci saranno spot con attori in mascherina? Se da un lato alcune case di produzione hanno già ricevuto degli script da girare dove ci sono persone con le mascherine, d’altro canto alcune aziende dal punto di vista del marketing preferirebbero evitare l’associazione tra il proprio brand e questi dispositivi di protezione individuale. Oltretutto, secondo Bartoletti, nelle pubblicità che prevedono l’utilizzo di mascherine mancherà l’espressività degli attori e tutto ciò risulta oggettivamente più complicato. Quindi qual è la soluzione per girare spot che rispecchino la vita di tutti i giorni? L’unica risposta possibile è il buon senso.

E per quanto riguarda il pubblico? Uno degli elementi più interessanti che emerge è che chi guarda gli spot vuole vedere qualcosa di veramente nuovo, cioè un ritorno alla normalità: il pubblico è stufo delle mascherine, delle distanze, degli hashtag che inneggiano alla ripartenza e certamente non ha neanche più voglia di vedere le persone chiuse in casa a parlarsi via Skype. Per questo da oggi nelle pubblicità ci saranno messaggi più ottimisti e fiduciosi verso il futuro, oltre che molti spazi aperti. Inoltre arriverà anche un momento in cui gli spot lasceranno il posto alla leggerezza, perché dopo mesi di privazioni ci sarà bisogno di ridere e di non pensare troppo.

E voi cosa ne pensate?

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