La NATO nel 2023 lancerà la sua prima call for startup.

Nov 15, 2022

Il podcast del Caffettino della scorsa settimana più apprezzato dalla mia community è stato quello di giovedì 10 novembre, in cui ho parlato della prima call for startup della NATO.

Il progetto si chiama Diana e ha l’obiettivo di trovare imprese innovative all’interno dei Paesi dell’Alleanza Nord Atlantica. In particolare, la NATO è alla ricerca di startup che si distinguano nei campi dell’intelligenza artificiale, della robotica, delle biotecnologie, del quantum computing, della cybersecurity e dello spazio. Per dirla tutta, sono previste anche altre gare per il prossimo anno, ma tutto inizierà ad aprile del 2023 proprio con Diana. Il Direttore Generale del progetto ha annunciato che ci sarà una rete di 63 centri per i test e di 9 siti per l’accelerazione. In Italia, le Officine Grandi Riparazioni (OGR) di Torino saranno uno dei siti per l’accelerazione delle imprese.

Ma non è tutto, perché nel nostro Paese ci saranno altri luoghi dedicati al progetto Diana: i centri della Marina Militare di La Spezia e il Centro Italiano per le Ricerche Aerospaziali di Capua, infatti, serviranno per le fasi di test. Se siete delle startup che operano nei settori interessati, siete al centro di questi nuovi investimenti. E potrebbe essere una bella prova di business rispondere alla chiamata della NATO, mettendo da parte per una volta i classici ambiti del marketing e del consumo per dedicarvi al settore della difesa. Al di là di questo, ci tenevo a parlarvi di questa notizia perché spesso noi addetti ai lavori abbiamo una visione limitata del mondo delle startup.

Infatti startupper, investitori e mentor ragionano come se le startup lavorassero esclusivamente nel settore del BtoC, cioè della vendita di un prodotto o di un servizio ai consumatori. Oppure al massimo qualcuno prende in considerazione il BtoB, ossia la vendita ad aziende o a professionisti. Invece, in questo caso, siamo all’interno di un territorio totalmente diverso: quello della difesa, che potrebbe essere definita come la prima arma di pace. Ad ogni modo chissà, i progetti delle startup selezionati dalla NATO potrebbero essere convertiti per altri settori, come è successo per alcune tecnologie aerospaziali che poi sono diventate di uso comune tra i consumatori.

E voi cosa ne pensate?

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