La mascherina che traduce in otto lingue quello che dici.

Jul 27, 2020

Come ormai saprete, nel Caffettino parliamo ogni giorno come se fossimo di fronte alla macchinetta del caffè di tematiche che possono risultare interessanti per gli imprenditori e i professionisti del mondo del marketing e non solo. Oggi parliamo di una mascherina realizzata da una startup giapponese specializzata in robotica, che dialoga con lo smartphone e permette di tradurre in tempo reale le parole che si pronunciano in ben otto lingue. La startup in questione è la Donut Robotics e il suo progetto, che si chiama C-Face, viene definito “la prima maschera intelligente al mondo”. E in effetti questo prodotto potrebbe essere molto utile per diverse ragioni.

C-Face era già allo studio prima della pandemia da coronavirus, dato che nel mondo asiatico l’utilizzo delle mascherine è diffuso da anni. Ma oggi che l’uso delle protezioni per il volto è cresciuto in maniera esponenziale, è aumentato anche l’interesse per il prodotto. Come funziona di preciso C-Face? Realizzata in plastica bianca, questa mascherina è indossabile sopra quella tradizionale ed è collegata al cellulare tramite bluetooth. Permetterà di tradurre le parole che stiamo dicendo e, mediante delle casse presenti al suo interno, ci darà l’opportunità di fare chiamate, amplificare la voce e trascrivere le parole pronunciate, traducendole in otto lingue. Quali?

Giapponese, cinese, inglese, francese, indonesiano, coreano, spagnolo, tailandese e vietnamita. Per quanto riguarda l’italiano, come al solito inizialmente non è mai previsto in questo tipo di innovazioni. In ogni caso il progetto sta ottenendo un grande successo, se si pensa che la startup ha raccolto 28 milioni di yen (circa 225.500 euro) in soli 37 minuti attraverso un sito di crowdfunding. Le prime 5.000 mascherine smart dovrebbero essere disponibili da settembre in Giappone, a un prezzo che si aggira intorno ai 40 dollari (circa 35 euro). E in seguito potrebbero essere introdotte anche in Europa, USA e Cina. Ma in cosa potrebbe consistere l’utilità di C-Face?

La mascherina potrebbe essere utile per dare informazioni agli sportelli protetti dal plexiglass. A mio parere però C-Face potrebbe rivelarsi utile non soltanto per tutte quelle situazioni legate all’emergenza coronavirus, ma anche, più in generale, per la vita di domani: questo gadget potrebbe permetterci di viaggiare nel mondo senza dover necessariamente parlare la lingua del luogo. Naturalmente nel momento in cui la mascherina prevederà anche l’italiano si rivelerà molto più utile per noi. Probabilmente basterà aspettare che il crowdfunding funzioni e che il business inizi a dare i suoi frutti per fare in modo che arrivino anche tante altre lingue, tra cui la nostra. 

E voi cosa ne pensate?

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