IT Wallet: arriva il portafoglio digitale italiano

Mar 10, 2024

La notizia è questa: il decreto PNRR n.19, approvato nel febbraio 2024 e pubblicato il successivo 2 marzo sulla Gazzetta Ufficiale, dà il via tra le altre cose allo sviluppo dell'IT Wallet. E, a partire da metà anno, ogni elemento della nostra identità nazionale sarà racchiusa in un'unica applicazione mobile.

Obiettivo? Raggiungere la razionalizzazione delle varie opzioni che ci permettono di interagire con lo Stato e con i suoi servizi. Portando il tutto su un unico dispositivo. Ovvero lo smartphone. 

La base di partenza, dal punto di vista tecnico, è il codice sorgente pubblicato dalla Comunità Europea su Github. Vale a dire la piattaforma per sviluppatori. Qui gli stati europei possono trovare kit e linee guida di sviluppo per le app che consentono di ottenere il famoso EU digital identity wallet nazionale.

It Wallet, cos’è e a cosa serve

Si tratta di un portafoglio digitale, accessibile attraverso l'app IO e di conseguenza grazie a SPID o CIE, che consente ai cittadini di gestire una serie di documenti personali in completa sicurezza.

Grazie a questa soluzione è possibile mostrare i documenti durante un controllo o l'accesso a un servizio online. E dal punto di vista europeo, si tratta di un obiettivo universale, disponibile per tutti:

"EU Digital Identity Wallet will be made available to anyone who wants to use it: Any EU citizen, resident, and business in the EU who would like to make use of the EU Digital Identity will be able to do so".

In un primo momento, l'accesso a questa piattaforma sarà disponibile solo per un numero limitato di documenti, come tessera sanitaria e patente di guida. Ma si presuppone che arriveranno anche altre opzioni fino a comprendere carta d'identità, tessera elettorale e passaporto.

Questa smaterializzazione dovrebbe avvenire entro il 2025 per rispettare la timeline proposta dall'European Digital Identity Wallet per fornire tutti i cittadini europei di un'identità digitale unica.

 Come funziona questo dispositivo?

Uno dei punti sostanziali sarà la possibilità di interagire tra i sistemi. I manuali tecnici esposti dalla Commissione Europea ci informano che sarà possibile procedere attraverso identificazione da remoto per accesso ai servizi online e con protocolli differenti. Tipo Bluetooth o QR Code.

Come ricorda Wired, la condivisione dei dati sarà al centro di una grande attenzione per evitare furti e usi indiscriminati. Inoltre, i sistemi di autenticazione disponibili sono diversi: dal pin al riconoscimento biometrico fino alle password temporanee. Chiaramente ogni soluzione ha i suoi pro e i contro.

L'infrastruttura tecnica è di PagoPA, quindi abbiamo una piattaforma digitale nazionale che sovrintende l'attuazione di questo processo. Ma le indiscrezioni parlano di una possibile integrazione di wallet privati, che dovranno essere sempre accreditati dall'Agenzia per l'Italia digitale (vale a dire l'Agid). 

Quali saranno le prossime sfide?

Due fronti: la capacità di integrare questo sistema in un paese come l'Italia e, soprattutto, la sicurezza dei dati. L'Audizione Commissioni avviata dal Sottosegretario Butti, il 20 dicembre 2023, sottolinea che:

"Nel 2020 l’Agenzia per l’Italia Digitale pubblicò una relazione in esito al censimento del patrimonio ICT della pubblica amministrazione che evidenziava come il 95% delle infrastrutture avessero notevoli carenze rispetto ai livelli minimi di sicurezza".

In sintesi, dal 2020 molti passi avanti sono stati fatti e sono state avviate numerose attività per potenziare la sicurezza digitale. Ma la complessità degli interventi richiede tempi differenti. E livelli tecnici superiori.

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