Immuni, pochi download: male al Nord, peggio al Sud.

Sep 10, 2020

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Nel Caffettino affrontiamo tematiche inerenti al mondo digitale, business e non soltanto. Oggi parliamo di Immuni, l’app italiana ideata per il monitoraggio e il contenimento dell’epidemia di Covid-19 attraverso il tracciamento dei contatti. Da poco sono stati diffusi i dati divisi per regioni sul download dell’applicazione, che sono quantomeno sconfortanti: al momento del lancio di Immuni, infatti, si ipotizzava che il 60% della popolazione italiana l’avrebbe scaricata, ma ad oggi risulta che siamo anche molto al di sotto della soglia del 15%, che secondo l’Università di Oxford è il tasso di adozione minimo perché le app di tracciamento generino i primi effetti. Quali?

Una riduzione fino al 15% dei contagi e fino all’11,8% dei decessi. Detto semplicemente, più queste applicazioni si diffondono, meglio lavorano. Ma per arrivare a questa percentuale minima di diffusione, mancano all’appello 3,8 milioni di italiani che non hanno scaricato Immuni. Per quanto riguarda i tassi di adozione della app a livello regionale, sono stati calcolati dal Ministero della Salute sulla base dei download al 31 agosto scorso. E stando ai numeri, i risultati più incoraggianti riguardano le regioni del Centro e del Nord. La provincia più virtuosa è quella di Bolzano, con il 15,1% di download. In Emilia Romagna la percentuale è del 13,3% e in Abruzzo del 13,1%.

Liguria, Toscana e Marche superano il 12%, mentre la Lombardia, una delle regioni con più casi di Covid, raggiunge solo il 10%. Se ci spostiamo al Sud, la media è anche al di sotto di quest’ultima percentuale: in Puglia è dell’8%, in Molise è del 7% e in Sicilia scende addirittura al 5,4%. I motivi di questo insuccesso sono sotto gli occhi di tutti: se da un lato c’è chi non ha creduto nell’efficacia dello strumento o nella sua utilità, dall’altro la maggior parte delle persone ha temuto per la propria privacy. Questo senza capire che in realtà i dati sono anonimi e che l’applicazione invia soltanto un alert all’utente nel caso di contatto con persone positive al virus.

Oltretutto in molti dimenticano che è molto più pericoloso per la privacy scaricare uno dei tanti giochi gratuiti che si trovano sul cellulare, rispetto a un’app come Immuni che oltre a essere innocua ha una grande utilità. Ragioniamo da professionisti e da imprenditori sul perché esiste questo limite culturale nell’utilizzo di un’applicazione anonima: bisogna andare al di là del mondo delle fake news o dei negazionisti, ma capire che parliamo di persone normali che non vogliono utilizzare questo strumento. Perché? A mio parere il problema risiede nella sfiducia totale nei mezzi di comunicazione, oltre che nella paura e nell’ignoranza nei confronti del digitale.

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