Fisco: è caccia agli evasori sul web.

Feb 24, 2020

Il Caffettino è una buona abitudine, come pagare le tasse. Per chi non le paga volentieri, il Fisco italiano mette in campo nuovi strumenti contro l’evasione fiscale, avvalendosi degli indizi online per scovare i furbetti. Si tratta di una prassi utilizzata da tempo in diversi Stati che trovano gli evasori grazie alle immagini, ai messaggi e alle informazioni degli utenti: negli Stati Uniti questa pratica è in uso da molto, come anche in diversi Paesi europei, ma ora anche in Italia sta prendendo piede la consuetudine di cercare gli evasori attraverso le fonti cosiddette secondarie. L’ultimo caso riguarda un comune abruzzese dove un’azienda è stata incastrata tramite Street View.


In particolare, il comune abruzzese di Pineto ha accertato che per quattro anni l’azienda in questione non aveva versato l’imposta di pubblicità, semplicemente analizzando alcune foto scaricate da Street View: le immagini mostravano un veicolo su cui era installato un cartellone pubblicitario, per il quale appunto non era stata pagata l’Imposta Comunale sulla Pubblicità. Altro esempio tipico in cui il Fisco si avvale degli strumenti online per scoprire gli evasori riguarda le cause di divorzio: in questo caso si possono usare le foto, i video e i post pubblicati sui social per documentare i reali guadagni dell’ex coniuge, che magari si professa nullatenente pur non essendolo.


In ogni caso, l’utilizzo degli strumenti online per trovare gli evasori in Italia è ridotto rispetto ad altri Paesi. Se i documenti del Fisco italiano delineano un uso “sartoriale” di Internet, in cui il personale dell’Agenzia è chiamato a individuare le immagini e i dati che incastrano il contribuente, la strada intrapresa dalla Francia è ben diversa: qui l’uso di Internet è “industrializzato”, dato che la Legge di Bilancio francese 2020 prevede la raccolta e l’analisi automatizzata dei dati pubblicati dai cittadini sui social network. Il metodo ricorda da lontano ciò che accade in Cina e in altri Paesi asiatici, dove il controllo dei cittadini passa per un utilizzo imponente dei big data.


A questo punto viene da chiedersi se in futuro metteremo in atto una sorta di comunicazione digitale formale contrapposta a una più informale. Magari sui social avremo due profili paralleli: uno di rappresentanza politicamente corretto e un’altro che ci permetterà di esprimerci liberamente. Potrebbe sembrare una prospettiva distopica, ma alla luce del sempre maggiore controllo che viene effettuato sugli utenti, potrebbe non essere così distante dalla realtà. Al momento c’è soltanto da aspettare di vedere come si evolverà la situazione e se il Fisco italiano affinerà i suoi strumenti per intensificare il monitoraggio delle attività dei contribuenti online.


E voi cosa ne pensate?


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