I vostri gruppi WhatsApp si trovano su Google?

Feb 28, 2020

Il nostro Caffettino naturalmente è indicizzato su Google, ma cosa direste se lo fossero anche contenuti privati come i vostri gruppi di WhatsApp? Se vi sembra impossibile, devo dirvi che non è così. Infatti la privacy dei gruppi è a rischio, come ha rivelato il giornalista tedesco Jordan Wildon: stando alla sua scoperta, mediante specifiche ricerche su Google si possono trovare i collegamenti alle chat di gruppo di WhatsApp, avendo accesso ai nominativi delle persone che ne fanno parte e ai loro numeri di cellulare. La scoperta di Wildon è stata confermata dall’ingegnera Jane Wong, che ha trovato oltre 400mila Url pubbliche di gruppi mediante una banale ricerca.


Come è possibile? Il fatto è che i gruppi di questi programmi di messaggistica hanno un link: gli amministratori di un gruppo possono condividerlo con altre persone per invitarle a entrare nella chat, facendo in modo che lo stesso link venga pubblicato in rete. WhatsApp, di fronte alle richieste di spiegazioni arrivate da più parti, ha risposto che tutti i link che vengono pubblicati su Internet, compresi quelli di Facebook e dunque di WhatsApp, diventano rintracciabili sui motori di ricerca. WhatsApp ha aggiunto che i collegamenti che si vogliono condividere privatamente non dovrebbero essere mai pubblicati su un sito web accessibile pubblicamente.


Il vero problema è che molti utenti non hanno dimestichezza con l’indicizzazione e di conseguenza si stupiscono o si spaventano di fronte a notizie di questo tipo. In realtà dovremmo avere la consapevolezza che tutto quello che si trova online viene pubblicato, salvato e trovato: si pensi al progetto Archive, nato agli inizi degli anni Novanta e rintracciabile su archive.org, nato per registrare tutto ciò che si trova in rete. Ma per quanto riguarda i gruppi WhatsApp, per quello che sappiamo, se è possibile trovare su Internet i nomi dei gruppi con i relativi partecipanti e i loro numeri di telefono, le chat interne al sito non vengono tracciate e posizionate sui motori di ricerca.


In ogni caso la scoperta lascia pensare alle possibili conseguenze per i politici che si riuniscono insieme in una chat di WhatsApp, oppure per le persone rispettabili che magari entrano in un gruppo dal nome scherzoso ma di dubbio gusto. A questo punto viene da chiedersi se sia più importante la privacy oppure la conoscenza: stando a un’altra notizia recente, la Guardia di Finanza ha perseguito oltre duecento persone per aver guardato partite o film protetti da copyright su vari gruppi di programmi di messaggistica. Perciò fate attenzione a come utilizzate la tecnologia nella vita di tutti i giorni, anche per non incorrere in problemi legali.


E voi cosa ne pensate?


Fatemelo sapere scrivendo a [email protected]


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Buon ascolto e condividete!

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