È la fine di OpenAI e ChatGPT?

Nov 26, 2023

Di sicuro OpenAI e ChatGPT hanno rivoluzionato lo scenario dell'innovazione digitale e il tasso di crescita di questa infrastruttura ha scardinato ogni record. Ma da qualche giorno c'è una domanda che non possiamo ignorare: sarà arrivata la fine della parabola ascendente? Tutto inizia da un passaggio chiave.

Ovvero, il licenziamento del CEO Sam Altman da OpenAI. Questo evento ha scatenato una vera e propria bufera sul mondo dell'intelligenza artificiale comprendendo anche nomi come quello della Microsoft.

"Chief technology officer Mira Murati appointed interim CEO to lead OpenAI; Sam Altman departs the company".

Così si apre il post sul blog di OpenAI. Altman non è stato sincero nelle comunicazioni con il consiglio, ostacolando la capacità di esercitare le proprie responsabilità. Quindi, il consiglio non ha più fiducia nella sua capacità di guidare OpenAI. Da qui inizia un percorso che ha portato a diversi sviluppi.

Ma è veramente la fine di OpenAI?

Per affrontare questo argomento ci sono metodi differenti. Possiamo provare a ipotizzare scenari futuri con le nostre intuizioni, leggendo contributi più o meno fondati. Ma possiamo appoggiarci alle competenze di una personalità come Giuseppe Mayer, esperto e investitore del settore tech che è stato intervistato proprio dal Caffettino Podcast. Allora, è giunto il punto finale dell'ascesa di OpenAI?

L'idea di partenza è che la fine di OpenAI e di ChatGPT non è un aspetto negativo a tutti i costi: come ricorda anche questo articolo di Giuseppe pubblicato su LinkedIn, queste realtà sono come l'iPhone per il mondo smartphone. Hanno aperto uno scenario ma non è detto che debbano essere unici.

La fine non deve essere un limite agli sviluppi dell'AI.

Non è la prima volta che un board licenzia e allontana un amministratore delegato. Ciò che stupisce è l'ondata di allontanamenti volontari che ha fatto seguito l'azione contro Altman. Basti pensare al vice, Greg Brockman, che pur lavorando ancora in OpenAI ha scelto di lasciare l'azienda e altre personalità hanno deciso di seguire l'esempio. Consegnando a Mira Murati, CEO a interim, le dimissioni spontanee.

La reazione interna a OpenAI

Se molti sono disposti a lasciare dopo il suo allontanamento, capiamo che Altman è riuscito a creare valore reale intorno alla sua persona. Perché è una persona capace di delineare cultura, community e leadership intorno al suo nome. Inoltre, l'allontanamento può diventare un rischio per OpenAI. Perché da molti ex dipendenti possono nascere possibili competitor come è avvenuto per claude.ai di Anthorpic.

Che è stata fondata da ex dipendenti di OpenAI preoccupati dal fatto (fonte della notizia) che gli interessi commerciali prendessero il sopravvento sui problemi di sicurezza dell'intelligenza artificiale.

Microsoft ha fiutato il pericolo dato che ha investito una gran quantità di fondi (13 miliardi di dollari) su OpenAI, e le pressioni sul board sono state sicuramente importanti. Forse questo è il punto in cui ChatGPT capisce di non essere più una startup e di lavorare su un piano più impegnativo.

Il problema riguarda la natura di OpenAI che si è sempre posta come realtà no profit, non più adeguata al tipo di investimento dato che parliamo di una valutazione di circa 90 miliardi di dollari. E probabilmente è la struttura della governance a rappresentare il motivo per cui Altman è stato allontanato.

Come si sottolinea nella seconda puntata del podcast dedicato alle evoluzioni di OpenAI, abbiamo due visioni differenti: una tensione no profit e una commerciale di un prodotto innovativo sul quale sono stati fatti degli investimenti importanti. Sono due punti di vista differenti che hanno portato a una crisi.

Altman torna (ma tutto cambia)

Microsoft ha forzato la mano introducendo una possibilità: se la questione non si risolve internamente assumiamo Altman e Greg Brockman. Poi si sono susseguiti 3 CEO in 72 ore ed è successo questo: il 90% del team OpenAI ha scritto una lettera aperta per schierarsi con l'ex CEO.

Il board di OpenAI è avvisato: se non riassumete Altman ce ne andiamo. Un caso unico nella storia delle aziende. Tanto che Altman è tornato a capo dell'azienda che ha fondato insieme a Musk nel 2015.

Cosa significa? Altman probabilmente è stato in grado di fondare una cultura aziendale forte tanto che c'è stata una fusione chiara tra dipendente e amministratore delegato: se lui non c'è vado via anche io. D'altro canto c'è l'aspetto meno romantico da considerare: vince la monetizzazione sul no profit.

Domande importanti all'orizzonte

Altman è tornato e si sta delineando una nuova governance, quindi è in evoluzione. Ma c'è ancora un altro dubbio da considerare: alla luce di queste scosse che hanno messo in discussione le basi dell'azienda più importante sullo scenario dell'AI, siamo veramente in grado di gestire ciò?

Soprattutto, siamo sicuri che lasciare solo il profitto assoluto a governare l'evoluzione dell'AI sia la scelta giusta? La governance precedente di OpenAI cercava di affrontare questo punto ma con una tecnologia così potente, forse ancora più di quello che hanno rappresentato i social, c'è da farsi qualche domanda.

Ad esempio, è giusto mettere in mano a grandi corporate - guidate dal profitto - il futuro sviluppo di tecnologie che possono essere sicuramente positive per l'uomo ma anche dannose? Di sicuro questo sta smuovendo il mondo dell'AI, aspettiamoci delle novità su questo fronte (soprattutto dalla concorrenza).

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