Fase 2: quattro motivi per non uscire.

May 04, 2020

Oggi è lunedì 4 maggio e il nostro Caffettino non può che essere dedicato alla tanto attesa Fase 2, che vede moltissime persone pronte a uscire di casa. Sicuramente negli ultimi giorni avete parlato di questa fase con i vostri amici e colleghi, confrontandovi su ciò che da oggi è possibile o meno fare e sui vostri programmi per quella che dovrebbe essere una ripartenza sotto diversi aspetti. Per quanto riguarda il mio punto di vista, invece, credo che ci siano diverse ragioni per cui non è assolutamente il caso di prendere sotto gamba questa situazione. In particolare, oggi ho intenzione di condividere con voi quattro motivi per cui nella Fase 2 è meglio non uscire.

 

  • Il primo motivo è che non sappiamo se una volta guariti dal Covid-19 c’è la possibilità di riprendere il virus. In questo senso, il ragionamento secondo cui c’è una lenta decrescita dei casi non è assolutamente tranquillizzante, perché non è ancora stato provato scientificamente se una volta negativizzati siamo immuni o meno da questa infezione.

 

  • Il secondo motivo per cui non conviene affatto uscire è che nei Paesi che recentemente hanno allentato il lockdown troppo rapidamente si è registrato un nuovo aumento di casi e, di conseguenza, della possibilità di contagi. È il caso della Germania, ma bisogna considerare anche che nel nostro Paese non siamo particolarmente ligi alle regole, perciò bisogna stare molto attenti a questo aspetto.

 

  • Il terzo motivo è che il problema del lockdown ha avuto la conseguenza positiva di rendere il lavoro digitale e il remote working un’opportunità, capace di valorizzare alcune figure professionali anche dal punto di vista del merito. Da questo punto di vista, abbiamo bisogno di più cultura nei confronti dello smart working, senza demonizzarlo come una soluzione inadatta alla gestione delle varie situazioni lavorative. Perciò anche in questo caso conviene aspettare quello che verrà.

 

  • Il quarto motivo è che bisogna fidarsi dei numeri del contagio, che come sappiamo hanno senso dopo circa due o tre settimane rispetto alle decisioni che prendiamo. In poche parole, le scelte di oggi potranno essere valutate soltanto tra quindici o venti giorni. Per questo bisogna fare anche molta attenzione all’inizio della vera stagione primaverile/estiva, sulle spiagge come negli altri punti di ritrovo. E se da un lato si deve tornare al lavoro per rilanciare il PIL, dall’altro c’è la necessità di risolvere il problema del coronavirus una volta per tutte, per non arrivare al momento in cui sarà troppo tardi per correre ai ripari.

 

E voi cosa ne pensate?

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