Facebook segnala i media controllati dai governi.

Jun 08, 2020

Questo Caffettino è dedicato a una notizia freschissima che arriva direttamente dal mondo dei social: Facebook ha deciso di segnalare le pagine dei giornali e dei media controllati totalmente o parzialmente dai propri governi per offrire un servizio che migliori la trasparenza per gli editori. In particolare, dall’estate il social network inizierà a etichettare i contenuti sponsorizzati, dato che hanno maggiore risalto, cominciando da alcuni media ritenuti vicini ai governi e aggiungendone di nuovi nel tempo. La segnalazione sarà visibile sulla pagina della testata, su quella per la trasparenza, nell’archivio delle inserzioni e, negli Stati Uniti, anche all’interno del news feed.

Ma quali sono i criteri secondo i quali Facebook potrà decidere di etichettare una testata come sotto il controllo di un dato governo? In collaborazione con 65 esperti mondiali specializzati in media, governance, diritti umani e sviluppo, il social network ha individuato diversi parametri, tra cui la chiarezza sulla proprietà e i finanziamenti ricevuti, la trasparenza e la scelta delle fonti, la direzione, lo staff e la linea editoriale, nonché l’influenza del governo su pratiche come la correzione degli articoli. Ad ogni modo, nell’eventualità in cui l’etichetta venga assegnata erroneamente, gli editori avranno la possibilità di fare appello presentando le prove della loro indipendenza.

Nathaniel Gleicher, capo delle politiche di cybersecurity di Facebook, ha scritto sul blog della società: “le persone dovrebbero sapere se le notizie che leggono provengono da una pubblicazione che potrebbe essere sotto l’influenza di un governo”. E alle dichiarazioni sono seguite delle azioni concrete, perché Facebook ha già segnalato alcune testate, tra cui Sputnik, RT e China Daily, legate rispettivamente all’influenza dei governi di Russia e Cina. Ma rispetto a Twitter, che ha fatto le sue mosse per aiutare gli utenti a non incappare nelle fake news facendo irritare Donald Trump, Facebook non ha mai preso una vera e propria posizione contro i governi.

Anche in questo caso, l’etichetta che segnala le pagine incriminate è in trasparenza e poco visibile. E il problema delle fake news è legato proprio a questo aspetto: chi non ha sufficienti competenze o gli utenti poco esperti tendono a cadere nella trappola delle false notizie perché, ad esempio, a prima vista non è evidente la differenza tra una testata poco autorevole come Il Fatto Quotidaino rispetto a Il Fatto Quotidiano. Perciò, al di là del mettere in atto un’operazione che si professa all’insegna della trasparenza per uscire sui giornali con dei titoli sensazionalistici, Facebook dovrebbe aiutare gli utenti risolvendo più concretamente il problema delle fake news.

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