Facebook scarica intenzionalmente la batteria degli smartphone?

Feb 15, 2023

Possibile? Certo, questa è la notizia che trapela dalle dichiarazioni di George Hayward, data scientist ed ex dipendente di Meta, sul New York Post: Facebook consuma la batteria degli smartphone in modo intenzionale. E senza dare notizia del processo in corso ai proprietari del dispositivo.

Sembra un dettaglio ma non è così. Anzi, questa tendenza potrebbe essere anche piuttosto pericolosa per i proprietari dei dispositivi. I quali potrebbero trovarsi in situazioni di necessità, se non in pericolo, e ritrovarsi con un cellulare scarico. Ma non per propria dimenticanza: solo per un semplice test.

Perché Facebook scarica la batteria?

Domanda: George Hayward ha lanciato la news che annuncia un intervento manipolativo verso le nostre batterie ma perché ciò avviene? Ha spiegato anche questo, si tratta di un negative testing:

"Allows tech companies to surreptitiously run down someone’s mobile juice in the name of testing features or issues such as how fast their app runs or how an image might load, according to George Hayward".

Come suggerisce il New York Post, fonte della notizia, questi negative test tendono a esaurire la batteria degli smartphone per attività interne. Ad esempio per provare quanto possono chiedere ai diversi modelli di smartphone in termini di risorse. Detto in altre parole, non è uno scaricare batterie a priori ma è il risultato di una serie di prove per capire come reagisce l'app in determinate condizioni e ottimizzarla.

Perché un negative test serve a questo: stressare un elemento del prodotto, trovare i difetti durante le prove eseguite e garantire al cliente finale un risultato migliore. Quindi siamo il banco di prova di Meta?

Secondo George Hayward sì.

Quante persone sono coinvolte nel test?

Hayward non ha idea del numero di utenti interessati. Ma Meta dovrebbe aver esteso l'attività in modo programmatico perché c'era un documento formativo a disposizione dei dipendenti. Il titolo: Come eseguire test negativi ponderati con diversi esempi di esperimenti in corso. La sua opinione?

“I have never seen a more horrible document in my career”.

Le conseguenze di questa rivelazione?

George Hayward è in causa con Meta presso il tribunale di Manhattan per il licenziamento avvenuto in seguito al suo rifiuto di partecipare al negative test. "Questo può danneggiare qualcuno" avrebbe detto il data scientist ma la risposta è stata chiara: "Harming a few we can help the greater masses".

Danneggiando pochi possiamo aiutare molti.

Il capitolo conclusivo di questa causa legale: ci sarà un accordo, un arbitrato. Quindi si evita il giudizio di fronte al giudice, si stringono le mani e si giunge a un compromesso che conviene a tutti. Anche a noi utenti finali che subiamo il controllo di Meta sui nostri smartphone?

Cosa siamo noi per Facebook/Meta?

Non è difficile immaginare che una grande azienda digital come Meta faccia dei test per valutare l'efficienza di determinate soluzioni. Ma va bene che ciò avvenga sulla piattaforma proprietaria. L'aspetto disarmante è che intervenga anche fisicamente su un bene del singolo utente.

George Hayward

Difficile capire come evolverà la questione sollevata da Hayward (nella foto in alto). Consideriamo che lo smartphone può essere considerato una sorta di malware della nostra vita: salva, condivide e comunica a terze parti una gran quantità di dati. A volte in modo legittimo ma non sempre. Non a caso Facebook deve pagare una multa da 390 milioni di euro proprio per come ha usato i dati degli utenti. La soluzione?

Le istituzioni dovrebbero lavorare meglio per comunicare al cittadino e bloccare delle ingerenze come fa Apple. Ma noi dobbiamo essere più consapevoli e pronti, anche meno illusi sul mondo tech.

Canale Telegram dedicato:

entra nel canale Telegram di Mario e ricevi notizie e audio utili ogni giorno

Entra nel canale e rimani aggiornato
Close

50% Complete

Two Step

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua.