Perché le community non possono essere democratiche.

May 16, 2021

Ascolta "Perché le community non possono essere democratiche" su Spreaker.

Dal lunedì al venerdì, puntuale alle 7:30, pubblico il podcast del Caffettino: in meno di quattro minuti parlo di notizie o argomenti che riguardano il marketing, il business e il digital. E lo faccio come se fossimo davanti a una macchinetta del caffè virtuale. Questa settimana, il Caffettino più apprezzato dalla mia community è stato quello di mercoledì 12 maggio, nel quale ho affrontato proprio il tema delle community, che per loro natura non possono essere democratiche. Il motivo è che, se volete farne parte, dovete rispettare le regole di chi le ha create. Alle volte, invece, all’interno delle community si incontrano persone che hanno atteggiamenti inappropriati.

Mi è capitato di incontrarle sia in diverse community in cui mi sono trovato, sia nella mia stessa community. In particolare, il fatto che ogni tanto questi personaggi entrino nel mio gruppo Telegram, nel sito mariomoroni.it o partecipino alle mie iniziative live mi fa pensare che probabilmente c’è bisogno di spiegare come funzionano le community: queste ultime, come ho accennato, non sono democratiche, perché non tutti possono dire o fare le stesse cose. E soprattutto sono soggette a dei regolamenti che possono essere non scritti (come nel caso della netiquette) oppure formalizzati dal creatore stesso della community. Personalmente ho istituito una regola ben precisa.

Nel mio gruppo infatti non si possono lanciare link per fare autopromozione, in modo che gli altri membri non vengano disturbati. A ciò naturalmente si aggiungono le regole dettate dal buonsenso, secondo le quali è assolutamente vietato bestemmiare, dire parolacce o assurdità. Ma al di là di ciò che non si può fare in una community, è anche importante comprendere il suo scopo, definito da chi l’ha creata, sia esso un brand o una persona. Il mio è fare informazione e formazione con l’obiettivo di creare una community positiva, ad esempio nei confronti della medicina. Questo perché da diverso tempo sono ambasciatore della Lega Italiana contro l’Epilessia.

Essendo perciò molto vicino al mondo dei medici e degli ospedali, i membri della mia community devono essere consapevoli della mia posizione totalmente contraria rispetto alle fake news o alle informazioni anti-scientifiche. Per concludere, la democrazia è una cosa fantastica, ma appartiene esclusivamente a determinate situazioni. E, nel caso delle community, democrazia non significa che “uno vale uno”, ma che “uno vale quello che vale”. Spero che queste considerazioni vi siano utili per avere una community che valorizzi il vostro brand o la vostra persona, in modo da circondarvi virtualmente di persone utili, sane ed evitare di creare una community-pollaio.

E voi cosa ne pensate?

Fatemelo sapere scrivendo a [email protected]

Vi ricordo che sul mio sito trovate tutte le informazioni su quello che faccio, i Caffettini in podcast e l'audiolibro di Startup di Merda, gratuito per chi si iscrive alla community.

Inoltre vi aspetto sul mio canale Telegram http://t.me/mariomoronicanale per parlare di business, ma anche per ascoltare i miei pensieri personali ogni giorno.

Buon ascolto e condividete!

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