Basta bot e “furbetti” su LinkedIn.

Jul 06, 2020

Benvenuti al Caffettino, l’appuntamento quotidiano per gli appassionati di marketing, creazione di contenuti, podcast, video, social e più in generale di tutto quello che può servire agli imprenditori e ai professionisti per fare sempre meglio ogni giorno. Oggi parliamo delle brutte figure che molti fanno su LinkedIn, uno dei social che mi piace di più e a cui sono maggiormente affezionato. Fino a qualche tempo fa LinkedIn era un social in cui ci si poteva fidare quasi di tutti, dove regnava una certa correttezza tra i vari utenti. Ma ultimamente sulla piattaforma sono sbarcati diversi “furbetti” che utilizzano i bot, ossia quei programmi automatici che simulano comportamenti umani.

Gli utenti che fanno uso dei bot non sono una novità: da tempo sono presenti su Instagram, su Facebook e su tanti altri social. E oggi cominciamo a notare che anche su LinkedIn, tra le persone che guardano il nostro profilo, ci sono molti personaggi inesistenti. In alcuni casi questi utenti fittizi commentano il nostro profilo o i nostri post facendo bombing. L’unico aspetto positivo è che è facile riconoscere questo tipo di utenti, mentre ce ne sono di peggiori: quelli che ci inviano continuamente messaggi privati, magari per invitarci a un evento, a un webinar,  oppure per informarci su quello che fanno. Costoro non comprendono che oltre allo strumento “sales navigator” bisogna usare la testa.

Magari questi utenti utilizzano anche sistemi che non violano le regole di LinkedIn, ma il problema è a monte del loro comportamento: quando si mette in atto un’azione massiva, nella stragrande maggioranza dei casi si fa una figuraccia, perché dall’altra parte c’è una persona che non è disposta a farsi prendere in giro. Al contrario, bisogna personalizzare il messaggio e interagire con ciascuno in modo diverso, dato che non tutti i lead sono uguali. Certamente può capitare che dall’altra parte ci sia un imprenditore sprovveduto che, cadendo nel tranello, magari finisce per partecipare al video corso di turno o per acquistare i servizi proposti dai nostri furbetti. Ma normalmente non è così.

Come dico spesso non esistono scorciatoie, specialmente in un social che non fa sconti: bisogna evitare di essere segnalati, mettendosi di fronte alla possibilità di essere cancellati o penalizzati su LinkedIn. Infatti in questo caso non si torna più indietro, dato che la piattaforma non dimentica. Senza contare che tra imprenditori ci si parla e non è il caso di farsi un brutto nome. Perciò il mio consiglio è di fare le cose per bene, aggiungendo un contatto di qualità per volta e costruendosi una rete di valore, perché questa rappresenta il nostro business del futuro. Perché gli imprenditori e i professionisti che lavoreranno domani vinceranno per il proprio network e non per i propri software.

E voi cosa ne pensate?

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Buon ascolto e condividete! 

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