Intelligenza artificiale: nasce l'AI Alliance tra Meta e IBM

AMD, Intel, Cern, Sony Group, Red Hat, Roadzen, Cerebras, Dell Technologies, Oracle, Hugging Face. Sono solo alcuni dei 50 nomi che hanno sottoscritto l'AI Alliance, la nuova alleanza tra Meta e IBM per sviluppare un'intelligenza artificiale che deve avere tre caratteristiche fondamentali: responsabile, sicura e aperta. Queste sono le parole del comunicato ufficiale pubblicato sul sito web della IBM:

"Open and transparent innovation is essential to empower a broad spectrum of AI researchers, builders, and adopters with the information and tools needed to harness these advancements in ways that prioritize safety, diversity, economic opportunity and benefits to all".

Si punta sull'innovazione aperta e trasparente. Obiettivo? Consentire a ricercatori, creatori e utilizzatori di tecnologie basate sull'intelligenza artificiale di sfruttare questi progressi in modo da dare priorità alla sicurezza. Ma anche alla diversità, alle opportunità economiche e ai benefici per tutti.

Il punto di vista di questa nuova creatura è chiaro: collaborazione e condivisione delle informazioni sono due passaggi fondamentali per innovare rapidamente e in modo più inclusivo. Così sarà ancora più semplice identificare rischi specifici e correre ai ripari prima di lanciare un nuovo prodotto sul mercato.

Cos'è l'AI Alliance tra IBM e Facebook?

Possiamo vederla in questo modo: una community di aziende, produttori, scienziati e sviluppatori che lavorano per incanalare l'intelligenza artificiale  - e i suoi sviluppi - in un circuito diverso dalla semplice commercializzazione. Per sua stessa definizione, AI Alliance supporta l'approccio trasparente.

Obiettivo? Open innovation and open science in AI. Scienza e innovazione aperta per tutto ciò che riguarda l'intelligenza artificiale. Il gruppo di firmatari comprende un buon numero di organizzazioni e aziende che lavorano attraverso prospettive differenti sull'AI, sviluppando così un approccio multidisciplinare.

Dallo sviluppo scientifico alla governance, ogni aspetto viene coperto dal team AI Alliance che vede in Meta e IBM i due poli fondamentali. E basta dare uno sguardo alle competenze di chi partecipa a questo gruppo - ci sono anche creatori di Llama2 e Stable Diffusion - per capire che non si scherza. 

La caratteristica fondamentale: Open Source

Questo è il punto che contraddistingue questa alleanza tra IBM e Facebook più 50 nomi internazionali della tecnologia. La natura open source - come ci ricorda Wikipedia - concede lo studio, l'utilizzo, la modifica e la redistribuzione di un prodotto distribuito sul mercato. E questo dovrebbe valere anche per l'AI.

Gli obiettivi iniziali di OpenAI - che ha creato ChatGPT e DALL•E - si dirigevano proprio in questa direzione ma in effetti non si è mai raggiunto l'obiettivo. Anche perché Microsoft ha iniziato a investire e tanti personaggi sono usciti da OpenAI fondando altre realtà e tecnologie come anthropic.com.

Appare chiaro, quindi, la formazione di due blocchi fondamentali: chi considera l'intelligenza artificiale come un prodotto chiuso da vendere e una visione basata sull'apertura, sulla condivisione della sorgente. Chiaramente open source non è sinonimo di gratuito ma è chiaro che si basa su una maggiore apertura, una trasparenza che forse in questo momento potrebbe essere d'aiuto per mitigare i dubbi.

L'impegno per un nuovo regolamento

Da un lato abbiamo il tentativo delle istituzioni di regolamentare l'intelligenza artificiale, ad esempio con l'AI Act in Europa, dall'altro c'è questa alleanza che mette insieme una comunità che punta su un approccio aperto. Ma che nasce grazie a due aziende che, tecnicamente, hanno fallito nel campo dell'AI.

Forse è proprio questo che manca: un'alleanza che sia realmente efficace, non solo tra aziende ma anche con comunità di studiosi, gli stati. Insomma, capace di chiamare a raccolta tutti gli attori coinvolti nella causa che possono aiutare a realizzare un regolamento planetario. E non solo legato a un singolo territorio.